di Cristiana Lancioni*
Finalmente qualcosa inizia a muoversi. Il giudice del lavoro del tribunale di Palmi, provincia di Reggio Calabria, ha accolto il ricorso di un docente bloccato per il prossimo quinquennio e lo ha ammesso a presentare, entro il termine di scadenza previsto per il 21 aprile, domanda di mobilità 2020/2021. Il giudice del lavoro, letto il ricorso d’urgenza ex art.700 del codice di procedura civile avverso il blocco della mobilità docenti per un quinquennio, rilevato che la scadenza dei termini della mobilità è fissata al 21 aprile 2020, non essendoci i tempi tecnici per la fissazione dell’udienza prima della scadenza della presentazione delle domande di mobilità docenti, obbliga l’Amministrazione di consentire al ricorrente di partecipare alla procedura della mobilità 2020/2021 con riserva.
Il giudice fissa al 20 maggio 2020 l’udienza per evidentemente sciogliere la riserva sulla norma di legge che non è contemplata dal contratto integrativo di mobilità 2019-2022. Le norme contrattuali non prevedono infatti il blocco quinquennale e la Ministra Azzolina non ha concesso ai sindacati di riaprire il Ccni mobilità per concertare la questione del blocco dei trasferimenti per alcuni degli immessi in ruolo dal 1° settembre 2019. Ad eccezione dello Snals Ancona, nella persona di Francesco Falcioni, che si è subito interessato e attivato sia telefonicamente che per e-mail nel sostenere la nostra causa, le altre rappresentanze sindacali restano per ora irraggiungibili. La ministra si è limitata a reintrodurre il blocco quinquennale per la mobilità territoriale e per la mobilità annuale (utilizzazione ed assegnazione provvisoria). Se il Governo non cambia la norma, molti altri docenti la impugneranno in tribunale. Noi abbiamo la sensazione di essere braccati, oltre che bloccati per un lustro, e di non essere protetti come categoria professionale dal nostro Governo. Quanto durerà? Usciremo da questa disorganizzazione e confusione normativa? In questi giorni di isolamento per il Covid-19, stiamo però ricostruendo un sentimento di solidarietà tra colleghi. Il nostro isolamento forzato ci sta insegnando che senza l’altro, senza fratellanza, nessuno si salva. Stiamo facendo una cosa che non avremmo mai pensato di fare: incontri e dibattiti in Skype, articoli di denuncia, gruppi WhatsApp per i ricorsi, riunioni su Google Meet. Ci attiviamo, resistiamo e cerchiamo in noi il coraggio e la forza per migliorare questa situazione. Non neghiamo l’orrore di questo blocco quinquennale, ma stiamo cercando soluzioni costituzionali. Speriamo che il Governo risponda in tempi brevi alle necessità del suo corpo docente.
*Docente
L’assurdità del blocco quinquennale della mobilità docenti 2020
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati