Trio Kanon
di Marco Ribechi
Un incontro tra arte musica e popoli. Proprio alla vigilia dei festeggiamenti del capodanno cinese.
Alessandro Copia
Il concerto del Trio Kanon per la rassegna Appassionata e organizzato in collaborazione con l’istituto Confucio di Macerata è stata una rara perla che va ad aggiungersi alle altre preziose serate che la musica classica regala alla città di Matteo Ricci. Un incontro per pochissimi fortunati quello di ieri sera vista la cornice che faceva da contorno alla musica, aumentandone ancora di più la carica emotiva. Il luogo scelto infatti è stata la splendida Sala dell’Eneide di palazzo Buonaccorsi con le divinità del mondo classico a sovrastare spettatori e musicisti. Il salone delle feste del palazzo signorile, oggi museo, torna così a svolgere la sua antica funzione per accogliere suoni che fanno da ponte tra oriente ed occidente, offrendo anche un’ottima acustica.
Diego Maccagnola
E proprio in questo legame è racchiuso tutto il significato dell’appuntamento come ha spiegato il presidente dell’Istituto Confucio e ex rettore di Unimc Luigi Lacchè. In un momento così difficile per il gigante asiatico arriva da Macerata il tributo non solo alla Cina ma ai rapporti con essa e con l’Asia in generale. Il trio, composto da Diego Maccagnola al piano, Alessandro Copia al violoncello e dalla violinista giapponese Lena Yokoyama ha infatti presentato musiche di compositori cinesi ed europei cercando proprio di fondere emozioni e sonorità. Il concerto si è aperto con le Tibetan Tunes di Chen Yi, prima donna ad ottenere il diploma di composizione al Conservatorio di Pechino. Studiosa delle tradizioni folcloriche cinesi sintetizza nella sua musica le sue origini con gli studi classici. Le Tibetan Tunes sono infatti un riferimento alle campane tibetane utilizzate per la meditazione e con scopi terapeutici.
Lema Yokoyama
A seguire il Trio in mi minore n.4 op. 90 “Dumky” del compositore ceco Antonín Dvořák, anch’esse ispirate ai canti e balli popolari tra cui la dumka, di origine ucraina. I movimenti musicali passano dalla gioia, alla frenesia fino alla nostalgia e alla malinconia raccontando alcuni tratti tipici dei popoli slavi. Dopo la pausa è stata la volta di una altro compositore cinese, Bright Sheng con i quattro movimenti per piano trio, anch’esso con una inevitabile influenza cinese soprattutto nel primo movimento, con un esempio di eterofonia, tecnica tipica della musica asiatica, e nel terzo dove la musica si evolve attraverso “sequenze cinesi” ovvero uno sviluppo in cui ogni volta si ripete il movimento iniziale allungandolo e aggiungendo nuovi elementi. Il finale invece è stato affidato a Maurice Ravel con il Trio Minore in M.67, opera tormentata nella sua composizione. Il primo movimento richiama un ritmo di danza basco, lo zortziko. Il secondo invece, chiamato Pantoum è una forma poetica diffusa in Estremo Oriente in special modo in Malesia. Un viaggio musicale tra popoli di tradizioni e culture differenti, tutti uniti dalla musica, grande veliero di emozioni, e arricchite dalla performance della violinista Yokoyama, nata ad Osaka e incaricata dalla Fondazione Stradivari di effettuare pubbliche audizioni con gli strumenti conservati nella preziosa collezione del Museo del Violino di Cremona. Il prossimo appuntamento con Appassionata sarà il primo febbraio con la pianista Beatrice Rana che eseguirà brani di Bach, Schumann, Albéniz e Stravinskij.
(foto Alfredo Tabocchini)
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Grazie al nostro concittadino D.o.C. che si chiama Padre MATTEO RICCI che i cinesi lo vorrebbero santo.