Il concerto della Form a Macerata
di Marco Ribechi
Una direttrice splendida, una voce narrante di livello internazionale, un’eccellente soprano e un’orchestra dall’elevatissima qualità. Il tutto celebrato nella fantastica cornice del teatro Lauro Rossi di Macerata per i 250 anni dalla nascita di Beethoven, compositore iscritto per l’eternità nell’olimpo della musica. Con questi ingredienti il concerto di apertura della stagione sinfonica Form non poteva che terminare in un trionfo con una standing ovation e infiniti applausi che hanno costretto (si fa per dire) i protagonisti ad uscire tre volte dopo la conclusione per salutare il pubblico presente in sala, letteralmente in visibilio. Un’esperienza musicale quasi unica e di elevatissima caratura che però, unica pecca, non ha visto la partecipazione di pubblico che avrebbe meritato. Quasi 200 gli spettatori. Eppure in tutta Europa la musica classica è ormai un genere quasi popolare, libero da intellettualismi e anzi molto spesso frequentato proprio dai più giovani. Forse molti maceratesi ancora non si sono resi conto della qualità assoluta degli spettacoli che la musica classica e sinfonica offre alla città, eventi degni delle grandi capitali internazionali. Colpa che però non sfiora nemmeno lontanamente le responsabilità degli artisti in campo che hanno prodotto uno spettacolo meraviglioso senza risparmiarsi. Peccato per chi non c’era.
Il direttore Beatrice Venezi
Una prima nota di grande merito va al giovanissimo direttore Beatrice Venezi, classe 1990. Nonostante i suoi anni non arrivino a 30 ha già diretto le più importanti orchestre a livello mondiale rappresentando una promessa internazionale e un moto d’orgoglio per i giovani e le donne del settore. Grande presenza scenica, personalità e maestria nella direzione, Venezi ha conquistato sia per la puntualità con cui ha guidato l’orchestra sia per le sue movenze, indice di grande coinvolgimento, con le onde della sua chioma bionda quasi a scandire le atmosfere musicali prodotte. Un concerto diviso in due parti con la Sinfonia n.1 in do maggiore op. 21 eseguita in apertura e Egmont, musiche di scena per la tragedia di Johann Wolfgang von Goethe op. 84 realizzate dopo la pausa. Proprio per la tragedia la voce narrante è stata niente di meno che quella di Saverio Marconi, nome noto nel panorama teatrale mondiale e orgoglio locale vista la sua direzione della compagnia della Rancia di Tolentino. Fantastico il dialogo tra Marconi e la direttrice d’orchestra che con un tocco leggiadro dell’indice della mano sinistra ne scandiva gli interventi.
Il recitato di Saverio Marconi
Un’altra perla è stata quella della soprano Angela Nisi, intervenuta in scena nelle parti vocali. La prova della Form – Fondazione Orchestra Regionale delle Marche – è stata come al solito superlativa, una realtà che rappresenta una delle più importanti imprese culturali della regione. L’evento, in collaborazione con la stagione lirica dello Sferisterio, ha voluto essere un omaggio al compositore tedesco che proprio nel 2020 compie 250 anni. Il prossimo appuntamento con la Form sarà il 18 gennaio al Politeama di Tolentino con “Il coraggio dell’amore” un viaggio attraverso le figure femminili che hanno popolato la musica, dalla Tosca alla Carmen fino anche alla Maria di West Side Story. A Macerata l’orchestra tornerà invece il 28 gennaio con una serata dedicata a due grandi compositori russi: Čajkovskij e Šostakovich.
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