di Gianluca Ginella
«Speriamo che anche nei processi di Macerata sia arrivi ad una sentenza di assoluzione come quella di Ancona. Per il mio cliente i danni economici sono stati grossissimi. In più ci siamo trovati un pm che ha chiesto 4 anni per un commerciante che, è stato dimostrato, non ha commesso nessun reato». Così l’avvocato Carlo Alberto Zaina dopo la sentenza di questa mattina in cui il gup del tribunale di Ancona ha deciso di assolvere, con formula piena, il 28enne civitanovese Lorenzo Castignani, titolare di un negozio di via XXIX Settembre, ad Ancona, dove erano stati sequestrati circa 13 chili di prodotti cannabis light, e Alfonso Nicosia, 52, (difeso dall’avvocato Domenico Biasco), socio di fatto dell’attività. Il sequestro c’era stato nel giugno del 2018. Altri c’erano stati a Macerata (dove Castignani ha due negozi). Per quei sequestri sono in corso altri procedimenti a Macerata. «Siamo contenti ma non ci esaltiamo – dice Zaina, che assiste Castignani –, sappiamo che ci saranno resistenze da parte degli inquirenti, soprattutto da chi ha determinato questo processo. Speriamo che la sentenza di oggi porti ad una riflessione che permetta agli inquirenti di arrivare a una spersonalizzazione: qui si parte da una presunzione, che tutto quello che riguarda la cannabis è reato e da questo presupposto si va avanti con le indagini. Oggi il gup ha smentito questa impostazione».
Sono processi fondati «su indagini peritali, se il perito del pm ha fatto una perizia, molte volte senza la nostra partecipazione, noi chiediamo un incidente probatorio e ci siamo già accorti varie volte che questo ridimensiona moltissimo gli esiti che erano stati tratti nel perizia del pm: è successo a Teramo, a Milano. E sono stati tutti processi finiti con il proscioglimento o l’assoluzione degli imputati» continua Zaina. Nell’udienza di questa mattina «il giudice ha ordinato la confisca dei prodotti (dei 13 chili sequestrati, 8 erano stati restituiti, ndr) – dice Zaina –. Vorrei chiarire che penso sia successo che il gup abbia ritenuto che parte delle sostanze, pur rispettando il limite dello 0,5%, avessero un peso eccessivo, superiore ai 10 milligrammi. Comunque sia il gup ha ritenuto non sia reato vendere in buonafede». I negozi di Castignani, dopo la temporanea chiusura in seguito ai sequestri «sono tutti aperti, perché regolari. Certo il mio cliente ha avuto un danno: un anno di processo, l’impossibilità di vendere un prodotto che hanno pagato, il timore di non poter continuare a vendere. È stato un danno grossissimo».
«Ritengo che sia una questione che prescinde dalla soglia dello 0,5. Non si può processare per spaccio coloro che hanno aperto un negozio di cannabis light, regolarmente. Non si possono processare con una legge contro gli spacciatori» dice l’avvocato Biasco.
Cannabis light, assolti gli imputati: «Non sono spacciatori»
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…”Grosso danno al mio cliente”…ma forse meno grosso danno a molti consumatori di cannabis!? gv
Mentre per il radar dell’aeronautica di Potenza Picena le autorità procedono ad uno screening per valutarne la pericolosità (emissione di onde E.M.), per la cannabis le autorità non ritengono necessario di condurre ulteriori studi sui suoi effetti sulla salute.
Mi chiedo se i negozianti di cannabis chiedono al cliente di esibire un documento per accertarsi della sua età.
L’acccusa mi sembra sia la stessa, cambia il tribunale però qui si potrebbe beccare quattro anni mentre è stato assolto ad Ancona? Se così fosse vorrei una lista di tribunali dove scegliere dove essere giudicato.
Dunque, se non sbaglio, la fattispecie è questa:
– un dettagliante acquista merce all’ingrosso, ritenendo che sia legalmente in vendita;
– anche il grossista probabilmente l’aveva acquistata dal produttore con lo stesso spirito;
– poi, la merce viene sequestrata al dettagliante e gli viene chiuso il negozio.
So che esiste l’incauto acquisto, ma quanto deve essere cauto un dettagliante? Deve mettersi a fare le analisi chimiche di quanto ha acquistato dal grossista?
Ho posto due domande, nessuna risposta e due commenti negativi. Chi ci capisce è bravo.
Bevilacqua, dal momento che si sta parlando di chiusura dei negozi per spaccio di droga, va da se che i sequestri dovevano riguardare anche il grossista che in questo caso dovrebbe essere rappresentato dal produttore delle infiorescenze con il THC inferiore al 2%.Se fosse superiore e non so di quanto è ritenuta droga a tutti gli effetti e il sequestro sarebbe obbligatorio. Ma qui parliamo di sequestri avvenuti in zona e di conseguenza se ci fossero stati in zona anche i coltivatori, penso che sarebbero stati arrestati. Partendo da queste scarne notizie si possono poi fare i pronostici di una volta quando c’era il totocalcio: 1,x,2. La legge non è chiara, chi vorrebbe metterla sul rogo insieme a tutte le infiorescenze e via via fino ad arrivare alla coltivazione della marijuana libera e senza limiti di THC, magari con innesti di rafforzanti. La sentenza dell’articolo dà una chiave di lettura, magari in un altro tribunale può scapparci una bella condanna che nemmeno professionisti dello spaccio di droghe diverse di solito si beccano. Caro Bevilacqua, tu ti aspetti risposte, non te ne fare un cruccio quando scrivi su un giornale dove ognuno tira l’acqua al suo mulino oppure come nel caso della m. light chi ha le sue idee e può, le persegue e chi è d’accordo lo appoggia. I pollicioni sia verdi che rossi di solito vengono dati secondo il grado di disagio che si prova in quel momento oppure dopo un’attenta valutazione ma questo è più raro. L’incauto acquisto, rimanendo nel legale , quando è stato acquistato il materiale poi sequestrato era nei limiti della legge in vigore, quindi non lo vedo.