L’interno della basilica di San Venanzio, foto Giuseppe De Rosa
di Monia Orazi
Una vita insieme: Luciana Buschini e Giovanni Arvedi, i due coniugi di Cremona che hanno dato vita ad una fondazione che porta i loro cognomi, che ha permesso il “miracolo di San Venanzio”, con la riapertura della basilica dedicata al patrono di Camerino, che avverrà il prossimo 15 dicembre alle 17. Saranno cittadini onorari di Camerino.
Giovanni Arvedi
Lo ha votato all’unanimità il consiglio comunale di Camerino, riunitosi oggi pomeriggio. Ha detto al termine del consiglio il sindaco di Camerino Sandro Sborgia: «La cittadinanza onoraria è il gesto più piccolo che noi potevamo fare per testimoniare ai coniugi Arvedi tutta la nostra gratitudine per quanto hanno fatto per la città di Camerino, sia per quanto riguarda la scuola dell’infanzia Maria Ausiliatrice, ma soprattutto per quanto riguarda l’impegno per il recupero totale della basilica di San Venanzio. Non è solo il fatto di averci restituito un simbolo della della nostra comunità, che lo è anche per tutto l’entroterra marchigiano, ma anche perchè questo gesto ha fatto in modo che la comunità si ritrovasse, è un regalo che loro hanno voluto fare a tutta la comunità, che rinasce intorno al suo patrimonio storico e culturale. Attorno a questa chiesa Camerino si ritrova, in un luogo di incontro che rappresenta la storia e le radici della città. Abbiamo ritenuto che questo gesto fosse il minimo che potessimo fare per di dire grazie alle persone che hanno voluto così bene a questa comunità ma con essa a tutto l’entroterra, perché la basilica di San Venanzio non è solo di Camerino ma è un patrimonio di tutta quella di tutta la provincia e anche dell’Italia, questo è un gesto con cui vogliamo dire grazie ai coniugi Arvedi».
La cittadinanza onoraria sarà conferita come avveniva nei secoli scorsi, all’interno della stessa chiesa di San Venanzio, subito dopo il termine della solenne cerimonia religiosa che vedrà la presenza del nunzio apostolico in Italia, monsignor Paul Tscherrig, che inizierà alle 17. Saranno il sindaco ed i consiglieri comunali a consegnare le chiavi simboliche della città, ai due generosi benefattori che hannno già regalato l’asilo Santa Maria Ausiliatrice della parrocchia di San Venanzio, devastato dal sisma e ricostruito a Fonti San Venanzio, ed il milione e 800mila euro che hanno permesso di ristrutturare in soli nove mesi San Venanzio, restituendola al culto. Giovanni Arvedi, 82 anni, noto imprenditore nel settore dell’acciaio a capo di un gruppo con circa tremila dipedenti, ha iniziato la sua attività negli anni 60, a Cremona, è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 1984, per diversi anni è stato presidente dell’associazione industriali di Cremona, è stato presidente della Cremonese calcio tra i 2007 e il 2014. Nel 2006 ha ricevuto dall’Università Cattolica del Sacro Cuore la laurea honoris causa in gestione d’azienda e numerosi riconoscimenti internazionali, per la sua attività nel settore pubblico. «Se si può fare del bene si ha il dovere di farlo», ha confidato il cavalier Arvedi a Don Marco Gentilucci, parroco di San Venanzio, quando poco tempo fa è andato a Cremona a trovarlo. A fare da tramite tra Camerino e Cremona, il nuovo vescovo della città lombarda, monsignor Antonio Napolioni. Il resto è stato frutto della grande generosità di Luciana Buschini e Giovanni Arvedi, che saranno a Camerino per questa grande festa che tutta la città attende. Ha votato a favore della cittadinanza anche il gruppo di minoranza guidato da Gianluca Pasqui, Radici al futuro: «Andavano coinvolti i capigruppo, con una riunione prima del consiglio, altrimenti quando si va a votare si rischia una possibile figuraccia. Ho appreso della cittadinanza onoraria solo dalla convocazione del consiglio comunale. E’ stata comunque fatta una brutta figura perchè la maggioranza non aveva il numero legale per votare la cittadinanza onoraria al cavalier Arvedi, se noi ci fossimo alzati o non fossimo stati presenti, non si sarebbe potuto approvare l’atto. E’ un atto molto brutto nei confronti di chi merita tutto, la nostra gratitudine a questi generosi benefattori che ci hanno donato una scuola dell’infanzia e ci permettono di restituire la basilica di San Venanzio alla comunità».
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