Piero Cesanelli
«Ho perso un amico. Oggi non c’è canzone che possa aiutarmi. Neanche “Le plat pais”, che tu Piero, lo so, suggeriresti». Sono le parole di Ezio Nannipieri, il più stretto collaboratore di Piero Cesanelli, nonché vicepresidente di Musicultura. La creatura a cui proprio Cesanelli aveva dato vita con Vanni Pierini nel 1990 e che oggi è diventato uno dei festival della canzone d’autore più apprezzati d’Italia. Musicultura oggi è come una figlia che ha perso il padre. Un padre dallo «spirito libero, animo sensibile, uomo di arte e di cultura, estroso, pigro ed energico al tempo stesso». Così Cesanelli viene descritto dalla sua stessa creatura. E’ morto ieri pomeriggio a 73 anni, a seguito di una malattia. Nel 2013 si era sposato con Paolo Promisqui, la donna della sua vita. La camera ardente sarà allestita domani nell’atrio del Comune dalle 16 alle 20, e sempre in Comune martedì alle 11 sarà celebrato il funerale in forma laica.
Cesanelli con Claudio Baglioni
Cesanelli era nato nel 1946 a Recanati, dove ha sempre vissuto. Insofferente ai metodi scolastici, si laureò tuttavia col massimo dei voti e lode in lettere all’Università di Urbino, con una tesi su magia, tradizioni e musica popolare. Nel periodo universitario si mantenne suonando in gruppi musicali animatori di night club poi, folgorato dalla canzone d’autore francese prima, quindi da quella d’oltre oceano ed italiana, esibendosi con canzoni cantautoriali e sue in noti locali come il Lady Godiva o La Casina delle Rose, tra un numero di spogliarello ed uno di illusionismo. Con la casa discografica Bentler, pubblicò tre LP: Fuori stagione, Generazione improvvisata e Le due foto, cui fanno seguito varie apparizioni televisive, anche in TV estere. Alla proposta di un contratto discografico di tre anni con relativo trasferimento a Milano e di una tournée promozionale di tre mesi nei paesi scandinavi Piero tentennò, poi disse no. «Il suo costituzionale omoblovismo e il controverso, lacerante ma coinvolgente amore per Recanati – raccontano da Musicultura – lo indussero a scegliere l’ “ermo colle” e di iniziare il lavoro di insegnante di lettere in un piccolo paese montano della provincia di Macerata, di 300 abitanti ed infinite greggi di pecore». L’inseparabile amica di Cesanelli rimane comunque sempre la canzone: «Le belle canzoni – diceva – sono le protagoniste assolute della mia, delle nostre vite, i fatti accaduti sono sempre necessariamente collegati a loro; come le più suadenti delle cortigiane riescono a farsi ascoltare anche quando sai che sarebbe bene non farlo». E’ stata proprio quella pirgrizia che gli impedì di emigrare nelle lontane capitali della musica che lo spinse a sognare di attrarre nel proprio territorio i grandi rappresentanti dei suoi interessi musicali e letterari e contemporaneamente di creare un concorso attento alla dimensione artistica della canzone, che favorisse il ricambio generazionale. Fu così che nacque nel 1990 Musicultura (per i primi 15 anni la manifestazione è nota come Premio Recanati).
Piero Cesanelli, Ron ed Ezio Nannipieri
Il progetto trovò in Fabrizio De André e in Giorgio Caproni i primi firmatari di un comitato artistico di garanzia che da subito fu uno dei tratti distintivi dell’iniziativa (e che da allora ha annoverato ed annovera illustri protagonisti della musica, della letteratura e del cinema italiani (Fernanda Pivano, Alda Merini, Amelia Rosselli, Dario Bellezza, Gianna Nannini, Vasco Rossi, Sandro Veronesi, Gino Paoli, Francesca Archibugi, Claudio Baglioni, Carmen Consoli, Ennio Cavalli, Roberto Vecchioni, Enrico Ruggeri, Brunori Sas, Andrea Purgatori). La scommessa è vinta. Il gotha della canzone e della poesia italiane, ospiti di spicco internazionali, meritevoli absolute beginner portano le loro testimonianze sul palco di Musicultura, che grazie anche alle media partnership radio-televisive con la Rai fa conoscere il fascino dell’Arena Sferisterio di Macerata – dove dal 2005 ha luogo il festival – a tutta l’Italia e all’estero. Più di millecinquecento artisti da ogni parte del nostro Paese e del mondo danno vita nei trent’anni del festival anni ad una delle più qualificate e dinamiche esperienze culturali e popolari nazionali, seguita con passione e attiva partecipazione dal pubblico. Fioccano per Piero premi e riconoscimenti, a più riprese Cesanelli, oramai conosciutissima, amata e stimata personalità del territorio, riceve proposte per ricoprire importanti incarichi istituzionali, lui gentilmente declina.
Durante un’esibizione a Recanati
«Il personalissimo mix di stati d’animo che albergano in lui, gentilmente irriverente, quietamente anarchico, poeticamente malinconico, scherzosamente malandrino – continuano ancora da Musicultura – gli impedisce di rinunciare alle sue piccole libertà, forse poco comprensibili agli altri ma essenziali per lui: coltivare come un giardiniere le amicizie, onorare i riti notturni dedicati ad una luna amica o ai bar dell’alba, amare ed andare incontro alla vita senza mai sentirsi pienamente appagato da persone e cose». Tra le creazioni artistiche di Cesanelli c’è anche Lunaria, la rassegna che dal 1996 caratterizza l’estate d Recanati, in cui un esponente della canzone ed uno della parola sono chiamati a condividere il medesimo palco e che ha visto incontri memorabili come quello tra Fernanda Pivano e Lorenzo Jovanotti, Dacia Maraini e Ornella Vanoni, Solomon Burke e il vescovo Claudio Giuliodori, Gianna Nannini e Margherita Hack, fino alle più recenti partecipazioni di Joan Baez e Graham Nash. L’ultima invenzione artistica di Cesanelli in ordine di tempo è “La Compagnia”, forse quella artisticamente ed umanamente a lui più cara. È una equipe di musicisti, interpreti, attori, video maker, tutti volutamente selezionati nel territorio marchigiano, che negli ultimi dieci anni ha infiammato piazze e teatri con oltre 250 rappresentazioni di spettacoli ideati e diretti da Piero, che raccontano la storia italiana del dopoguerra attraverso il filtro della canzone, con la collaborazione ai testi in alcuni casi dell’amico Carlo Latini.
Ezio Nannipieri e Piero Cesanelli
Piero Cesanelli con Giorgia
R.I.P
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Anni fa fui presentata alla moglie da una comune amica in un corridoio dietro un ordine dei palchi dello Sferisterio, da allora è capitato qualche volta, quando li incontravo insieme, che ci fermassimo per due parole. Pur non conoscendomi e non appartenendo io al mondo della canzone era sempre gentile e cortese. Pur avendo realizzato tanto, non ti trattava con supponenza come capita che facciano alcune persone che si ricredono. Ammiro la sua passione per la musica e la capacità di coinvolgere nelle sue iniziative grandi personalità del mondo della musica e dell’arte.
Le mie più sentite condoglianze ai suoi familiari e ai suoi collaboratori e amici.
L’Associazione Amici della Musica di Urbisaglia e il Coro Equi-Voci salutano con gratitudine Piero Cesanelli per aver dedicato la sua intelligenza e la sua sensibilità alla musica, che non è solo una passione ma l’ingrediente fondamentale di una vita vissuta in armonia con sé stessi e con gli altri.
Grazie Piero, ti ricordiamo con i versi di Lucio Dalla:
“E se muori, è un re che muore”
Il cordoglio di Francesco Adornato, rettore dell’Università di Macerata:
“Abbiamo appreso con dolore la scomparsa di Piero Cesanelli.In questi anni l’Università ha condiviso con lui un percorso che ha permesso a tanti giovani di esprimere se stessi attraverso la musica, la cultura e l’arte, in piena sintonia con la missione che da sempre anima l’ateneo. Musicultura è un patrimonio importante che, ci auguriamo, continui a svilupparsi nel suo nome e in omaggio alla straordinaria opera da lui compiuta in questi anni”.
Il cordoglio di Enrico Ruffini, presidente della Società Filarmonico-Drammatica di Macerata:
La notizia della morte di Piero Cesanelli mi è arrivata mentre prendevo parte a una conferenza nel teatro della nostra Società. Un teatro nel quale con Piero abbiamo vissuto insieme quindici anni di audizioni di Musicultura, nel quale l’ho visto in una serata veramente felice, in occasione del matrimonio con Paola nel 2013. Piero era un amico della Filarmonica, abbiamo vissuto anche molti concerti da lui predisposti per la Filarmonica in occasione della Festa della Donna per molti anni, un omaggio fatto con il tatto, la delicatezza e gli arrangiamenti prestigiosi che solo lui sapeva mettere in campo. Sicuramente sia il territorio sia la nostra Filarmonica sono oggi più poveri, ci manca un riferimento, una persona che a tante attività ha dato lustro… Attività importanti, direi determinanti che ci hanno condotto fino ad oggi. Ci mancherà Piero. A nome del direttivo e di tutti i soci un abbraccio alla moglie Paola