Architetti sulla ricostruzione:
«Serve una legge quadro,
mancano 100 milioni di parcelle»

SISMA - L'appello di Giuseppe Cappochin, presidente nazionale dell'ordine, al termine del seminario a Camerino: «C'è uno spreco enorme di risorse, tutti devono poter partecipare ai concorsi di progettazione e devono essere pagati»

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di Monia Orazi

«Serve una legge quadro sui terremoti, non si può ricominciare sempre da capo, inoltre occorrono politiche economiche speciali per far rimanere le persone in queste zone e far tornare chi se ne è andato, creando un indotto turistico, la ricostruzione non può essere fatta a prescindere dalla qualità. Per le opere pubbliche servono concorsi di progettazione, per far competere tra loro i professionisti, che devono avere l’anticipo del 50 percento sulla parcella». Così Giuseppe Cappochin presidente nazionale dell’ordine degli architetti si è espresso sulla ricostruzione post terremoto, al termine del seminario di architettura e cultura urbana, conclusosi oggi al Benedetto XIII di Camerino, lanciando un appello al mondo politico, per affrontare seriamente le criticità della ricostruzione.

DSC_0852-325x216«C’è uno spreco enorme di risorse, tutti devono poter partecipare ai concorsi di progettazione e devono essere pagati, chi vince deve fare poi tutti gli atti di progettazione – ha continuato – sull’esempio di quanto da noi fatto per il ponte di Genova. Ad aprile partirà il primo stralcio dei lavori, presenteremo quanto fatto all’Unesco di Parigi il prossimo ottobre, come buona pratica. Non è pensabile che i professionisti facciano da cassa alla ricostruzione, cento milioni di parcelle sono quelle dovute ai tecnici delle Marche, che salgono a duecento considerando tutte e quattro le Regioni del cratere, relativi a quattro miliardi di opere non partite. Già anticiparne 48 milioni, pagabili con il decreto Genova, contribuirebbe a far ripartire l’economia dei luoghi colpiti». Sono intervenuti anche i presidenti provinciali degli architetti delle province del cratere. Tra loro Vittorio Lanciani, presidente degli architetti maceratesi: «Ci siamo e vogliamo assumerci responsabilità, vogliamo mettere in sesto la normativa, che non funziona ormai è accertato. A pensar male come diceva Andreotti ci si azzecca pure, potrebbe essere stata fatta ad arte perchè potrebbero mancare le risorse. Abbiamo forti dubbi che il credito di imposta sia il mezzo per poter finanziare 77mila progetti – ha detto Lanciani – rivediamo le norme e semplifichiamo, noi ci assumiamo le nostre responsabilità, presentiamo il progetto, poi a campione controlliamo, poi partiamo con i lavori. Qual è il presupposto? Norme chiare anche a livello di istruttori, invece gli uffici della ricostruzione le tengono per sé. Così scopriamo durante l’istruttoria che c’è l’accollo, che va discusso con la commissione tecnico scientifica, perchè se mi serve per arrivare al 60 percento di miglioramento sismico, è dovuto per legge». Il consiglio nazionale degli architetti con gli ordini delle province di Ancona, Fermo, Macerata, Ascoli Piceno, Perugia, Terni, Aquila, Teramo, Rieti hanno chiesto alla politica di dare una svolta alla ricostruzione. Altre criticità rilevate la mancata costituzione del tavolo tecnico sul sisma, problemi nell’ordinanza per ricostruire le chiese, un vero e proprio pasticcio burocratico nel quale l’intervento dei professionisti viene addirittura considerato privato anziché pubblico in funzione dell’importo dei lavori, con procedure del tutto improprie tanto per l’affidamento dell’incarico che dell’appalto quanto per la definizione della parcella. Mancano fondi per il miglioramento ed adeguamento sismico e a oggi non si conosce il numero complessivo delle schede Aedes.

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