Franco Ferroni
Il Parco nazionale dei monti Sibillini aspetta ancora la nomina del presidente. Una situazione intollerabile per Franco Ferroni, consigliere del Parco e responsabile nazionale del Wwf per l’agricoltura e la biodiversità. A mancare sarebbe ancora l’intesa tra ministero e Regioni (Umbria e Marche) su una terna di nomi tra i quali poi il ministro Sergio Costa dovrebbe scegliere. «Sta diventando una farsa kafkiana, incomprensibile e inaccettabile, con un vergognoso scarica barile delle responsabilità da parte di tutti i soggetti istituzionali competenti – dice Ferroni -. Non si comprende davvero perché mentre per molti altri Parchi nazionali si è raggiunta l’intesa per la nomina dei rispettivi presidenti, individuando anche personalità d’indiscutibile valore, per il Parco nazionale dei monti Sibillini permane uno stallo istituzionale che non consente all’Ente parco di operare con una governance adeguata e completa». Oltre alla mancata designazione del nuovo Presidente nel Consiglio dell’Ente Parco resta ancora vacante, da quasi due anni, la poltrona del rappresentante del ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo, a causa del tragico decesso, per un improvviso malore, del consigliere nominato.
Il Parco è rimasto comunque operativo con il presidente ad interim, Alessandro Gentilucci. «L’assenza di un presidente effettivo, come prevede la legge quadro nazionale, e di un consigliere in rappresentanza di un ministero importante come quello dell’Agricoltura, sono purtroppo indicatori della scarsa attenzione verso le sorti di questa area naturale protetta da parte dei decisori politici nazionali e regionali. Un disinteresse non più tollerabile – prosegue Ferroni -. A fine agosto sarà passato un anno dalla scadenza del mandato del precedente presidente, Oliviero Olivieri, e la sollecitazione rivolta è di trovare rapidamente una intesa entro la fine di quest’anno, perché nel 2020 è previsto anche il rinnovo del Consiglio direttivo dell’Ente e del suo direttore. Due passaggi istituzionali fondamentali per la vita del Parco che richiedono una guida autorevole e competente. A seguito di un tacito accordo il prossimo presidente del Parco dovrebbe essere un marchigiano o comunque l’intesa dovrebbe essere raggiunta in particolare tra ministero dell’Ambiente e Regione Marche, con la Regione Umbria pronta a sottoscrivere l’accordo, e i nomi in circolazione come papabili candidati al vertice del Parco sono proprio due docenti di università marchigiane. Se non si dovesse raggiungere una intesa su una persona qualificata, come richiede la norma nazionale, al ministro Costa non resterebbe altro che nominare un commissario come già accaduto in passato per altri Parchi nazionali – conclude Ferroni -, quanto meno per condurre l’Ente nella fase di rinnovo del suo Consiglio direttivo».
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