Liliana Rugiero nelle vesti di Maria
Il primo quadro dello spettacolo
di Marco Ribechi
Il Feronia di San Severino acclama Maria de Buenos Aires. E’ stato un vero trionfo lo spettacolo proposto nel teatro settempedano in occasione della rassegna Marche inVita, il progetto di eventi dal vivo per far rinascere il territorio dal sisma. L’opera tango ha conquistato il pubblico presente in sala grazie al suo brillante e coinvolgente mix di canto, danza e recitazione impreziosito ancora di più da brillanti effetti scenici proiettati sul fondo del palco e dall’eccellente esecuzione dal vivo delle musiche del maestro di tango Astor Piazzolla. La Form – Filarmonica Orchestra Marchigiana – per la serata integrata con quattro collaborazioni esterne, ancora una volta si è dimostrata un tassello fondamentale nel panorama culturale regionale rivelando la sua estrema versatilità e alta professionalità. Lo spettacolo ha quindi presentato una miscela di elementi davvero inusuale da poter ammirare con tanto equilibrio nella vasta offerta teatrale della provincia. Significativo anche il fatto che l’idea di rinascita dopo il sisma venga dal patrimonio culturale dell’Argentina, paese legato all’Italia da un vincolo fraterno spesso sottovalutato dagli abitanti della Penisola. E’ proprio in Argentina infatti che è presente una delle più grandi comunità italiane all’estero con Buenos Aires che può essere considerata la sesta città italiana al mondo con circa 600mila persone con doppio passaporto. E sempre in Argentina risiede una grandissima comunità marchigiana fatta da tante associazioni che intrattengono con il nostro territorio, e quindi con l’area del cratere, profondi vincoli di sangue.
Due simboli dell’Argentina: il sole e il tango
Con queste premesse artistiche e culturali non sorprende che il teatro abbia registrato il tutto esaurito nonostante lo spettacolo in scena fosse di difficile interpretazione. Maria De Buenos Aires, diretta dal Maestro Pablo Boggiano e con la regia dello jesino Matteo Mazzoni, nasce nel 1968 dal profondo sodalizio artistico tra Astor Piazzolla e il poeta drammaturgo uruguaiano Horacio Ferrer. La versione proposta al Feronia, in spagnolo con i cantanti Liliana Rugiero, Lisandro Guinis e Martin Ruiz Rueda, è stata inusuale per la tango operita famosa in tutto il mondo che normalmente non è così ricca di elementi artistici propri del melodramma. La storia è ambientata a Buenos Aires nel 1910 dove Maria, nata in un sobborgo povero della capitale “un giorno in cui Dio era ubriaco”, attratta dalla passione per la musica diventa una cantante di tango e finisce per entrare in una casa di tolleranza. La sua successiva morte sa anche di condanna all’inferno rappresentato proprio dalla città di Buenos Aires dove il suo spirito è costretto a vagare. Lascerà però una figlia, anch’essa Maria, simbolo della vita e della città che rinasce ogni volta. Il dramma, struggente e surreale, dal linguaggio onirico, vuole creare un parallelismo tra la figura di Maria, dannata e poi risorta, e quella di Gesù Cristo. Emblematica infatti è la scena con Maria distesa in terra e una croce sullo sfondo, il tutto a ritmo di tango, musica passionale e carnale portata ai massimi livelli dal Maestro Piazzolla. Al termine dell’esibizione il pubblico ha omaggiato di scroscianti applausi tutti gli artisti presenti, ballerini, cantanti, musicisti, direttore e regista in una notte entusiasmante che sfortunatamente, almeno per il momento, non prevede altre repliche.
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