La statua di Tito Labieno realizzata da Nazareno Rocchetti
«La vita biologica è uno scherzo, inizia e finisce, ma l’arte rimane per sempre». Così lo scultore Nazareno Rocchetti ha presentato questa mattina il suo monumento dedicato al generale Tito Labieno e posizionato in via Balcone delle Marche a Cingoli.
Labieno, nominato anche nel De bello gallico di Giulio Cesare, nacque nell’antica Cingulum nel primo secolo avanti Cristo e, dopo i numerosi successi militari, investì parte delle sue fortune nello sviluppo dell’insediamento urbano. Allo scoprimento della statua presenti i ragazzi del liceo Giacomo Leopardi di Cingoli, il sindaco Filippo Saltamartini, l’amministrazione comunale, il primo cittadino di Staffolo, Patrizia Rosini, il questore di Macerata, Antonio Pignataro, il colonnello Michele Roberti, comandante provinciale dei carabinieri e il professore Gianfranco Paci, docente emerito di Archeologia dell’Università di Macerata. Prima dell’inaugurazione, lo stesso Paci ha tenuto una lectio magistralis nel vicino auditorium Santo Spirito dedicata alla figura di Tito Labieno e il suo rapporto con Cingoli e Roma.
(Leo. Gi.)
Il sindaco Filippo Saltamartini sotto la statua
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