Opere danneggiate dal sisma
in mostra a Roma e Senigallia

ARTE - Sono 51 i capolavori che verranno esposti al termine del restauro, affidato a specialisti marchigiani. Il lavoro di diagnostica è dell’università di Camerino. Anci Marche e Pio Sodalizio dei Piceni hanno finanziato il progetto con 200mila euro

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La conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa

 

Anci Marche e Pio Sodalizio dei Piceni si stanno impegnando al recupero delle opere d’arte delle Marche danneggiate dal terremoto dell’agosto-ottobre 2016 con un’operazione partita con la sigla di una convenzione lo scorso 9 maggio 2017. Nell’occasione è stato costituito un fondo che andrà a coprire totalmente le spese di restauro e conservazione di un nucleo di 51 opere marchigiane individuato in accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche.

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Il presidente Anci Marche Maurizio Mangialrardi e Alfredo Lorenzoni, segretario generale Pio Sodalizio Piceni

L’intervento ha un rilevante significato storico-artistico e conservativo per le comunità ecclesiali e civili delle zone terremotate. Le opere sono di proprietà di 17 differenti Enti pubblici ed ecclesiastici. La conclusione degli interventi di restauro è prevista per fine maggio 2019. Alla conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa il curatore Stefano Papetti ha ricordato che si tratta di opere “che vanno dal ‘400 al ‘700 con una puntata al ‘900 col gesso opera di Gaetano Orsolini dal titolo “La Schiava” proveniente da Montegiorgio”. «La qualità delle opere è discontinua – ha aggiunto – perché ci sono opere dall’alto valore devozionale e non storico-artistico ed altre invece dal grande valore storico-artistico». Le opere sono state affidate al lavoro di diagnostica dell’Università di Camerino che con innovative capacità di diagnostica ha valutato lo stato di ciascuna opera. I restauratori sono tutti marchigiani. «I progetti di restauro sono stati finanziati per complessivi 200 mila euro per metà messi a disposizione dal Pio Sodalizio dei Piceni» come ricordato dal Segretario Generale Alfredo Lorenzoni, e per metà da Anci Marche «che si è avvalsa si donazioni di privati e di fondi per il terremoto a disposizione dell’Anci Nazionale» ha aggiunto il Direttore Marcello Bedeschi. Le opere saranno esposte in due mostre, la prima a Senigallia da ottobre 2019 a febbraio 2020 e l’altra a Roma presso la sede del Pio Sodalizio dei Piceni da fine marzo a giugno 2020. «Al netto delle spese per la realizzazione della mostra – ha detto Maurizio Mangialardi indossando per un attimo la giacca di Sindaco di Senigallia – il ricavato della mostra sarà a disposizione per restaurare altre opere tra quelle individuate». Nel catalogo saranno contenute sia le schede artistiche di ciascuna opera e sarà evidenziato l’intervento che è stato effettuato e le tecniche per realizzarlo. «Terminate le mostre, le opere che non potranno essere ricollocate nelle loro sedi originale perché crollate o non ancora restaurate, saranno collocate in 8 depositi e rese fruibili dal pubblico. Le opere non sono tutte proveniente dal cratere ma sono tutte state danneggiate dal sisma», ha aggiunto Pierluigi Moriconi della Soprintendenza dei Beni Architettonici delle Marche. La Regione Marche partner del progetto è stata rappresentata da Simona Teoldi, P.F. Beni e attività culturali, Servizio Sviluppo e Valorizzazione delle Marche.



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