di Michele Carbonari (foto di Fabio Falcioni)
Il calcio si tinge di rosa a Macerata. Una nuova passione al femminile sta travolgendo la città e tante ragazze si sono avvicinate alla nuova realtà del capoluogo. “Youth Fitness”, gioventù in forma, o meglio conosciuta come Yfit Macerata: è la società di calcio femminile attiva dal 2016, al cui vertice vi è il presidente Massimiliano Avallone.
«Una famiglia», come la definisce Claudia Di Cato, una delle giocatrici più rappresentative della squadra e una delle tre atlete ad aver calcato il palcoscenico della Serie A. Un movimento in continua crescita ed evoluzione che abbraccia tutto il territorio. Le attuali 65 tesserate provengono da ogni angolo della provincia, la maggior parte addirittura non sono di Macerata. Uno sport che attira intorno a se quasi un centinaio di persone allo stadio Della Vittoria (teatro delle partite interne), tra genitori e semplici sportivi curiosi e appassionati.
Da quest’anno infatti è nata la prima squadra, che partecipa al campionato di Eccellenza insieme ad altri otto club (umbri e marchigiani). Proprio domani, alle 14.30, la Yfit Macerata disputerà la finale di Coppa Italia a Perugia contro la capolista Vis Faleria (formazione di Porto Sant’Elpidio). La squadra maceratese è una delle più giovani del torneo, l’età media è di appena 22 anni. Calciatrici dalle 14 alle 40 primavere, ma che fin da subito hanno trovato quel feeling, quella sintonia e quell’unità che non si creano in poco tempo, come spiega la stessa Claudia Di Cato. «Abbiamo raggiunto un bel traguardo, tenendo conto che è il primo anno che giochiamo insieme. Domani faremo anche il primo pranzo ufficiale prepartita. Se stiamo bene ce la giocheremo. Comunque per noi è già un successo essere in finale».
La 40enne maceratese allena e coordina anche il fiorente vivaio della Yfit, che sta ben figurando nei campionati giovanili in cui partecipano: l’Under 10 (calcio a 5), l’Under 13 (calcio a 7) e l’Under 15 (calcio a 9). «Io gioco a calcio da 26 anni e ho iniziato a 14, sono cresciuta con i miei fratelli maschi quindi cercavo sempre il pallone. Tutto è nato qui a Macerata, grazie ad una ragazza che conoscevo. Poi sono riuscita a convincere i miei genitori, che inizialmente erano titubanti. Ero un’esterna sinistra e a 17 anni sono passata all’Ascoli, in Serie A, dove ho avuto il piacere di giocare con Antonella Carta, ex capitano e numero 10 della nazionale femminile. Oggi, a quasi 53 anni, ancora gioca a calcio a 5. È la mia fonte di ispirazione. Lei veniva vicino a me, mi metteva la mano sulla spalla e mi dava consigli. Mentre Roberto Baggio è il mio idolo, condividiamo anche la fede buddista. La mia fortuna è stata quella di aver giocato in società che erano delle famiglie, proprio come quella che ho ritrovato adesso. Oltre ad Ascoli, sono stata con Ancona, Porto Sant’Elpidio, Osimo, Camerino, poi una parentesi nel calcio a 5 – confida Claudia Di Cato, attualmente difensore centrale -. Massimiliano Avallone mi ha fatto innamorare della Yfit. La squadra è unita, il gruppo è umile. Tutte le ragazze si sono amalgamate, grandi e piccole. Non è una cosa da poco visto che l’età va dai 14 ai 40 anni.
Ci sono anche elementi validi. Tra le giovani abbiamo due 2004 molto interessanti. In Noemi Tedeschi, difensore centrale, rivedo me stessa 26 anni fa, la stessa grinta. Mia mamma dice che ha gli occhi a forma di pallone. Chiara Crispini invece gioca come esterno di centrocampo o terzino ed è già stata convocata ai centri federali. Inizia a conoscere il mondo dei professionisti – prosegue l’esperta giocatrice -. Oltre a me ci sono altre due atlete esperte che hanno giocato nella massima serie. L’allenatrice e capitano Marina Fiorentini, che ha iniziato insieme a me. Abbiamo avuto una carriera simile, lei è centrocampista centrale e ha molto carisma, è una trascinatrice ed è molto più razionale di me. Poi Ludovica Capponi, anche lei in Serie A con Jesina e Torino, tra le tante. È la giocatrice più tecnica che io conosca. In passato è stata un’avversaria molto scomoda. È una scheggia, esile ed intelligente. Tutte queste qualità aiutano le più giovani nella crescita – continua Claudia Di Cato -. Un fatto curioso che ci contraddistingue è quello di avere tutte le mutande uguali, con scritto il numero di maglia. Inoltre, abbiamo anche un motto, con cui ci carichiamo prima della partita. Il capitano dice: “Al mio segnale scatenate”; e tutte noi: “l’inferno”».
Oltre all’allenatrice e capitano Marina Fiorentini, ci sono altre figure importanti in casa Yfit Macerata. Il presidente Massimiliano Avallone, la dirigente accompagnatrice Romina Amici e il supervisore Alberto Scuffia. «Noi diciamo che Alberto è una di noi, scherziamo e diciamo che arriverà il ciclo anche a lui. Ci conosciamo da diverso tempo. Cammina ancora con noi, ha tanta esperienza». Poi Federica Romiti, anche lei ancora in campo, che è la preparatrice atletica di tutte le squadre. «È un’ottima collaboratrice, ci completiamo. Dove non arrivo io ci pensa lei, e viceversa – termina Claudia Di Cato, che parla anche a proposito della sua esperienza alla guida delle giovani ragazze, che rappresentano il futuro della Yfit Macerata -. Rispetto al maschietto, che magari gioca a calcio perché ci va anche l’amico, le nostre piccole femmine hanno tanta voglia e passione. Iniziano a praticare il calcio per questo, altrimenti non lo farebbero. Vedo che sono molto prese dal pallone, sono sempre pronte per l’esercizio successivo. Questo è un aspetto che mi piace molto».
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