Camerino, lo sfogo dell’ex assessore:
«La ricostruzione è in un vicolo cieco»

SISMA - Sante Elisei, componente dell'esecutivo dell'allora sindaco Dario Conti, fa il punto a oltre 800 giorni dal sisma: «Aver messo in sicurezza solamente il 25% degli immobili previsti non fa che certificare il fallimento della strategia impiegata dall'amministrazione»

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La piazza di Camerino in zona rossa

 

«La lettura dei dati raccolti ci mostra nella sua imbarazzante evidenza che il percorso deciso “in solitaria” dall’amministrazione comunale è un vicolo cieco. Avere ad oggi messo in sicurezza solamente il 25% degli immobili previsti non fa che certificare il fallimento della strategia impiegata». Ricostruzione di Camerino al palo, con il centro storico ancora zona rossa a 28 mesi dalle scosse: Sante Elisei ex assessore nella giunta guidata da Dario Conti, che si definisce “libero cittadino”, analizza l’attuale situazione della città ducale, dopo l’incontro del comitato Concentrico per la salvaguardia del centro storico.

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Sante Elisei

«Un incontro molto ben organizzato – continua Elisei – dove sono stati esposti dati estremamente importanti sullo stato delle cose riguardo le messe in sicurezza nel centro storico di Camerino, dati raccolti ed elaborati da semplici cittadini che hanno svolto un lavoro faticoso ma utile a tutta la collettività. Uso questo termine non a caso ma perché reputo che la mancanza di informazioni, come la sciagurata mancanza del centro di Camerino, riguardi tutti, sì proprio tutti; sia i camerinesi, che gli studenti, i commercianti, i dipendenti pubblici e i liberi professionisti che fino al 26 ottobre del 2016, cioè 815 giorni fa, vivevano prevalentemente il centro storico ma anche chi, ne beneficiava meno assiduamente e che, allo stesso modo, ha subito una perdita sociale, culturale ed economica stravolgente». Nell’analisi di Sante Elisei, è l’ateneo camerte a rivestire un ruolo centrale nel quadro dell’economia locale. «Vorrei sottolineare che anche chi non ha perso né casa né lavoro, comunque affronti il problema, non ha più Camerino. Credo sia superfluo rimarcare che il principale motore economico locale e territoriale sia l’università – continua l’ex assessore – che da sola da reddito a mille persone ed indirettamente alla quasi totalità del resto della cittadinanza. Perché cari signori, gli studenti universitari, venivano a Camerino sì per la qualità formativa ma anche per la qualità della vita, del contesto architettonico, culturale e ricreativo, che oggi risulta quasi azzerato». A quasi due anni e mezzo dal terremoto, sono state completate solo un quarto delle messe in sicurezza nel centro storico. «Ma quanti anni occorreranno ancora per completarle? – chiede Elisei – Con il passare degli anni, quanti danni subiranno le nostre case? Chi pagherà le opere finita l’emergenza? Ci rendiamo conto che stiamo parlando solo delle messe in sicurezza delle vie principali, una volta completate dovranno iniziare i lavori di ricostruzione, ad oggi bloccati da una scelta di “perimetrare” le zone più colpite ma che sta degenerando nei tempi molto oltre quanto annunciato a maggio 2018». Sante Elisei conclude spiegando che il fattore tempo sarà essenziale per assicurare una vera ripartenza: «Il tempo è nostro nemico, lo hanno capito i proprietari ultrasettantenni ma anche le giovani coppie con figli piccoli o adolescenti, l’attesa inerme sta logorando i più anziani e cancellerà la memoria di Camerino in intere generazioni. La storia di una cittadina così antica non può finire così miseramente, è necessario reagire e far comprende a chi amministra che i cittadini non sono ostaggio di nessuno, lo dobbiamo a noi stessi a chi con i sacrifici e le lotte lo ha creato per noi e soprattutto per i nostri figli».

 

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Le messe in sicurezza nel centro storico di Camerino



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