I fuochi d’artificio al termine della festa e al centro il dragone luminoso
Il dragone di luce attraversa la platea
di Marco Ribechi (foto di Fabio Falcioni, video di Andrea Petinari)
Fuoco, ghiaccio, scariche elettriche e persino un antico tempio immerso in una foresta di bambù. In quasi due secoli di vita lo Sferisterio di Macerata ha subito ogni sorta di trasformazione ma quello che è accaduto nella celebrazione del capodanno cinese (l’anno del cane ha lasciato il passo all’anno del maiale) è stata un’assoluta novità. Merito soprattutto del video mapping di Luca Agnani ma anche delle coreografie dei tanti interpreti che hanno collaborato all’organizzazione della grande festa che vede capofila l’Istituto Confucio di Macerata, ormai istituzione riconosciuta a livello internazionale. Ad eccezione degli stand in piazza Mazzini, tra cui come al solito ha troneggiato quello della cucina tipica con una fila interminabile durata varie ore, quest’anno la festa di primavera si è svolta interamente tra le mura del tempio della lirica, aperto per la prima volta in inverno. I biglietti gratuiti per assistere allo spettacolo sono andati letteralmente a ruba e già pochi minuti dopo l’inizio della distribuzione i responsabili si sono visti piacevolmente costretti ad aprire le porte per la terza replica delle 21 staccando così un totale di 1.500 biglietti (tutti quelli che erano disponibili). Ottimo consenso di pubblico considerando la novità assoluta. Così una lunga fila di fronte allo Sferisterio, tipica del periodo lirico e sopratutto estivo, ha ammassato una folla di curiosi decisi a sfidare il freddo dell’arena per poter ammirare le coreografie dedicate al gigante asiatico.
La cantante
Pubblico sul palco e spettacolo sul colonnato per un’esibizione che ha letteralmente ribaltato i parametri con cui si è soliti vivere lo Sferisterio. Tantissimi anche i bambini curiosi di vedere gli acrobati o forse il dragone, tipico simbolo cinese portatore di buona sorte. Alle 19 inizia il primo show con il grande colonnato diventato scenario di una continua trasformazione su ritmi elettronici. Prima una sorta di cometa ne ha calcato gli spazi illuminati di bianco, poi i vari elementi ne hanno trasformato i colori: fiamme, seguite da scariche elettriche e da ghiacci siderali. Colonne che si trasformano in oro, legno scuro, che si avvitano in movimento. L’arte del video mapping può trasformare e animare ogni struttura. E’ poi il momento del dragone luminoso che nel buio della notte senza luna attraversa la platea tra le sue magiche giravolte. I colonnati si fanno rossi e diventano le strutture di un antico tempio con una foresta di bambù sullo sfondo, il tutto colorato da una pioggia continua di petali di rosa. E’ il momento dei bambini che mostrano delle danze tipiche seguite dalla splendida voce di una donna cinese che intona un canto.
L’esibizione di arti marziali
Dopo i momenti di danza e canto arriva l’azione: l’arena viene assediata dagli atleti del parkour che rapidi e fugaci attraversano la scena per poi lasciare spazio all’esibizione di Kung fu e Tai chi. Vari animali giganti attraversano il fondale tra cui una tigre, un serpente, un drago, un felino e una gru. Volendo fare un’ipotesi sono probabilmente gli stili del kung fu che vengono dimostrati dagli atleti sul palco. Cinque animali per cinque guerrieri. Cambia la scena e dopo un’altra canzone accompagnata da danze e il momento dei tessuti aerei con l’esibizione ad alta quota di una danzatrice avvolta in un lungo drappo rosso. Lo spettacolo si avvia al termine non prima di lasciare il palco ai trampolieri e ai giocolieri che padroneggiano l’arte del fuoco mentre l’intero colonnato è dato letteralmente alle fiamme. Non manca che far esplodere i fuochi d’artificio per festeggiare il nuovo anno e applaudire i tanti interpreti di questo spettacolo unico. «L’Istituto Confucio è il nostro ponte culturale con la Cina – ha detto il rettore di Unimc, Francesco Adornato – e non si esaurisce nel Capodanno cinese, ma porta avanti progetti di studio e didattica in tutto il territorio regionale e non solo. Abbiamo attivato corsi di cinese anche nelle scuole superiori di Lombardia, Abruzzo, Puglia».
Il direttore dell’Istituto Confucio Giorgio Trentin e il rettore Francesco Adornato
bello
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