Petrini sfida il “pensiero unico” regionale:
«Gostoli si confronti, è tempo di cambiare»

CONGRESSO PD - Il candidato alla segreteria dem si presenta a Macerata e lancia stoccate all'asse che sostiene l'avversario: «Si è organizzato un congresso per disinnescare la discussione. Può essere che tutti i più bravi vengano da Pesaro?»

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Da sinistra Romano Carancini e Paolo Petrini

 

di Federica Nardi (foto di Fabio Falcioni)

«Nelle Marche si è organizzato un congresso per disinnescare il confronto. Ai segretari provinciali è stato detto di non parlare delle politiche regionali. Giovanni Gostoli rifiuta di confrontarsi al di fuori di Ancona. E’ il segno di una strafottente insensibilità ad affrontare questo momento». E’ una discesa in campo pacata e tagliente quella di Paolo Petrini, che ieri ha illustrato i temi della sua candidatura alla segreteria regionale del Pd nella sala dell’Asilo Ricci di Macerata. In prima fila e tra i primi sostenitori del candidato il sindaco di Macerata Romano Carancini. 

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Paolo Petrini

«Sono stato sindaco, vice presidente in Regione, deputato. Non pensavo di dovermi di nuovo impegnare da segretario del Pd ma quello che succede mi spinge a farlo», spiega Petrini, che legge nella coalizione di governo «una proposta rozza, primitiva e pericolosa. forze populiste che fanno promesse irresponsabili e irrealizzabili. Non che sia andato tutto bene nei cinque anni passati. Ma il governo ha anche fatto molte cose buone. Il problema è che lo ha fatto percorrendo strade conosciute. Non siamo riusciti a percorrere le nuove vie. C’è stata anche una progressiva sfiducia nelle istituzioni. E qui nelle Marche la popolazione è stata ulteriormente messa a dura prova dal terremoto. Molte altre persone vivono con incertezza il mondo del lavoro. Anche il sistema sanitario è entrato in tensione».

Il quadro si stringe presto sulle diatribe di partito e sullo scollamento dalla base. «Nell’ultimo passaggio delle politiche nessuna direzione regionale o provinciale ha deciso alcunché – sottolinea Petrini -. Oggi dobbiamo invece recuperare quel ruolo, confrontarci. I nostri pochi militanti non vengono interpellati su nulla». Senza alzare mai la voce, Petrini attacca anche il governo regionale e le scelte per la segreteria che hanno portato alla candidatura di Gostoli. 

PD_Petrini_Carancini_FF-21-325x217«Il governatore Ceriscioli – incalza il candidato -, non può continuare a ricoprire anche il ruolo di assessore alla sanità. Ha dovuto sopperire anche alla segreteria di partito dato che Francesco Comi non l’ha più fatto. Penso che debba organizzarsi per affrontare gli ultimi mesi di legislatura in maniera più appropriata, dotandosi di persone all’altezza della situazione. Una parte importante del nostro partito si è chiusa ulteriormente, scavando trincee e aspettando i problemi come cecchini, per affrontarli uno alla volta. Ma non è un metodo praticabile. I segretari provinciali sono stati convocati da Ceriscioli ed è stato detto loro di non affrontare il tema delle politiche regionali. Un tentativo di creare una candidatura unica basata su un pensiero unico: un segno di debolezza che non meritiamo. Tra l’altro, può essere che tutti i più bravi vengono da Pesaro? (di Pesaro sono il presidente della Regione, il delegato alla sanità, la segretaria regionale, ndr)  Ora ci propongono anche il segretario di Pesaro. Ma è un modo di fare che non si capisce, surreale. In pratica viene fuori che si è organizzato un congresso per disinnescare il confronto. Gostoli, al di fuori da Ancona, non si vuole confrontare. Gli abbiamo anche scritto una lettera chiedendogliene almeno uno per provincia. Non si organizzano confronti nemmeno nei circoli, che sono decine. E’ il segno di una strafottente insensibilità ad affrontare questo momento». Ad introdurre l’incontro Carancini, che ha citato a più riprese il candidato alla segreteria nazionale Marco Minniti. «Il Pd vive una fase profonda. Più di una crisi: una depressione – ha detto il sindaco -. Noi crediamo, riprendendo le parole di Minniti, che non si debbano cercare scorciatoie. Non serve cambiare nome, serve cambiare modo di essere».

In sala anche il deputato Mario Morgoni, i sindaci Francesco Fiordomo (Recanati), Nazareno Franchellucci (Porto Sant’Elpidio), Ubaldo Scuppa (Apiro), assente per impegni in giunta Alessandro Delpriori (Matelica). Per il Consiglio comunale di Macerata il presidente Luciano Pantanetti, legato a Petrini da un rapporto di amicizia, l’assessore Alferio Canesin e il consigliere comunale Ulderico Orazi.

 

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