di Monia Orazi
«Quella marchigiana è una terra colpita da un dramma, ma con gente fiera, persone con tantissima dignità, che vogliono proseguire il loro lavoro e che amano le proprie tradizioni e radici. Quello che ho visto fa molto pensare, offre spunti di riflessione. L’obiettivo che abbiamo, in questo momento, è aiutare i giovani a fare impresa, a vivere serenamente e pensare al futuro in zone, belle e devastate, come queste».
Così il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio si è espresso al tavolo strategico della Regione Marche sull’agricoltura, tenutosi a Pieve Torina al termine della sua giornata nelle Marche. Insieme a lui la vice presidente regionale Anna Casini, il prefetto Iolanda Rolli, l’assessore regionale Angelo Sciapichetti, l’arcivescovo di Camerino Francesco Massara, tutti gli esponenti delle associazioni di categoria del mondo agricolo, i consiglieri regionali Luigi Zura Puntaroni e Marzia Malaigia, il pro rettore Andrea Spaterna per Unicam, Stefano Belardinelli di Contram e Barbara Cacciolari di Unionturismo. «Queste zone devono puntare sul turismo lento, sui cammini, sull’enogastronomia, è fondamentale risolvere il problema delle infrastrutture – ha proseguito Centinaio – è allucinante che per venire qui da Roma ci vogliano quattro ore, impensabile per chi voglia trascorrere un weekend qui, quando in due ore si fa in tempo ad andare a Londra».
Semplificare la burocrazia, dare poteri straordinari al commissario per la ricostruzione, predisponendo un testo unico in materia di norme per la ricostruzione, mettere in sinergia i fondi per la ricostruzione con quelli del piano di sviluppo rurale, superare il problema delle infrastrutture ed in particolare quello della penuria di acqua, anche con progetti ambiziosi tipo un bacino artificiale sul Monte Prata, sbloccare il pagamento dei contributi dell’Agea, con alcune aziende all’asciutto dal 2016: queste sono state alcune delle richieste del mondo agricolo, rappresentato da una serie di associazioni, al ministro. Centioni ha fatto tappa in tre diverse aziende agricole terremotate, tra Arquata del Tronto, Montefortino e Pieve Torina (Mc), dove nell’azienda agricola di Alba Alessandri e Silvia Ermini, che hanno delocalizzato il loro allevamento di sessanta bovini e seimila galline biologiche ovaiole, ha toccato con mano la volontà di ripartire di questi territori. Al ministro «abbiamo fatto vedere le realtà delle aree interne che hanno avuto grandi sofferenze, ma dove ci sono imprenditori giovani e tenaci che stanno attuando progetti di grandissima qualità, importanti per la rinascita di queste zone non soltanto dal punto di vista agricolo ma anche dal punto di vista turistico – ha riferito la vice presidente Casini – Credo che abbia apprezzato questo giro. Avremmo potuto scegliere zone più semplici da raggiungere, ma penso che la tenacia di questi giovani che si impegnano a tenere, per noi, vive queste aree andava premiata. Abbiamo a disposizione 160 milioni di euro aggiuntivi per le zone terremotate e 110 sono già stati stanziati. Al ministro abbiamo raccontato anche questo, evidenziando la volontà della Regione di puntare sui giovani e sulla qualità espressa dall’entroterra».
La giornata si è poi conclusa con il tavolo politico strategico. Secondo i dati Coldiretti sono 15 mila le aziende agricole ed alimentari che nelle Marche sono state colpite dal terremoto, con un calo del 5 per cento rispetto a prima delle scosse, una perdita del 6 per cento del prodotto interno lordo, proveniente dal mondo agricolo, con 140 milioni di euro in meno e numeri negativi anche per i 247 agriturismi, attivi tra le province di Macerata, Fermo ed Ascoli, diminuita del 35 per cento, anche la produzione di latte. Centinaio ha ricordato che il ministero cercherà di attuare una forte semplificazione burocratica, che i pagamenti Agea sono iniziati, che sul piatto c’è un miliardo di euro per lavori su infrastrutture legate all’acqua e fondi da usare di concerto con il ministro Erika Stefani, per progetti di sviluppo legati alla montagna.
(servizio aggiornato alle 21,16)
Luciano Brandimarti bisogna poi adeguare le ordinanze del Parco che vuole chiudere la zona in una riserva privata all'accompagnamento delle "Guide"...
Anche a Genova c'è "gentefierachenonsiarrende" in Sardegna c'è "gentefierachenonsiarrende". Ovunque in Italia c'è "gentefierachenonsiarrende" e che vorrebbe vedere una classe politica in grado di fare quello che deve fare, oltre alla solita retorica.
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Non ci sono solo gli amici di Pieve Torina! Chi vuole intendere intenda.
mi viene tanto da ridere solo a pensare al TAVOLO STRATEGICO come scritto nell’articolo!!!!!!