24 agosto, due anni dopo:
«La popolazione è dimezzata
Un bilancio? Negativo»

SISMA - I sindaci di Castelsantangelo, Ussita e Visso fanno il punto a 24 mesi dal terremoto. Tra calo di iscrizioni nelle scuole, attesa per la ricostruzione. Falcucci: «Abbiamo case distrutte, che non esistono più e non si possono ricostruire perché al progetto originario mancavano la sismica e la paesaggistica. Ma come si fa a sanare una difformità su qualcosa che non c'è più?». Pazzaglini: «Normativa incompleta e sbagliata. Difficile tornare indietro se si lavora male per due anni». Marini Marini: «Dobbiamo creare i presupposti per far restare le persone. Soprattutto quelle in età da lavoro»

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A Castelsantangelo, una delle immagini simbolo del sisma

di Federica Nardi

«Manca all’appello la metà della popolazione. In campagna elettorale ho sentito ogni tipo di discorso, ma non si vede nulla adesso. Non abbiamo più tempo per aspettare. Vogliamo che qualcuno mantenga gli impegni presi». Il sindaco Mauro Falcucci parla per la “sua” Castelsantangelo. Un Comune dove ora ci sono le sae, l’area sociale e le quattro attività produttive in container. La situazione nei comuni vicini, con sfumature diverse di rabbia e speranza, è comunque difficile. «Abbiamo la metà degli iscritti nelle scuole», rivela Giuliano Pazzaglini, sindaco di Visso e senatore. Vincenzo Marini Marini, primo cittadino di Ussita, non si perde d’animo: «E’ vero, molti ussitani mancano all’appello. Ma tra di loro tanti vogliono tornare qui».

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Mauro Falcucci

Due anni dopo il 24 agosto 2016 le strade che collegano “Castello” a Visso e Castelluccio, sono un via vai di enormi camion che quasi spaventano gli anziani che devono attraversare. La via verso il Vettore è un cantiere con due semafori da 20 minuti, che in ogni caso tanti turisti sono ben lieti di pazientare pur di rivedere la Piana umbra. A Castelsantangelo c’è un nuovo paese di soluzioni abitative d’emergenza. Quello di pietra è tutta una maceria. «Un bilancio? Negativo – dice Falcucci -. L’attenzione è molto calata. Considerare i comuni del cratere tutti uguali non ha prodotto niente e se continuiamo di questo passo non avrà più senso la ricostruzione». Eppure Castelsantangelo era stato il primo Comune a preparare le perimetrazioni, un termine tecnico che indica i borghi da ricostruire considerandoli come un unico agglomerato. «Le abbiamo approvate a novembre del 2017. Ma ancora non si vedono i soldi per affidare gli incarichi. Né il decreto per finanziare gli interventi sui dissesti idrogeologici». Insomma «sono passati due anni – prosegue il sindaco – si poteva stare un po’ più avanti. Perché in Parlamento non sono stati accolti gli emendamenti che avevamo concordato e che non comportavano spese? Abbiamo situazioni di case distrutte, che non esistono più, che non si possono ricostruire perché al progetto originario mancavano la sismica e la paesaggistica. Ma come si fa a sanare una difformità di una casa che non esiste? Che ci diamo norme certe – conclude Falcucci – che diano respiro alla montagna».

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Giuliano Pazzaglini, sindaco di Visso

A Visso la demolizione del Park Hotel è iniziata due giorni fa. Una scelta che ha scontentato parte della comunità, quella di stabilire là la base per almeno i prossimi 15 anni del borgo che vanta il nome di Perla dei Sibillini. Una piccola Venezia tra le montagne, dato che il centro storico, tutto zona rossa, nasconde un basamento di pali su fondo d’acqua. Sotto la piazza transennata, idealmente ma non troppo, nuotano le trote. Anche qui si aspettano i fondi per i dissesti. «La normativa è incompleta e sbagliata – dice il sindaco Giuliano Pazzaglini -, quindi se si lavora male per due anni poi è difficile tornare indietro. E non è nemmeno facile ipotizzare il tempo necessario». Un bilancio della popolazione persa non c’è ancora, ma resta il dato allarmante delle iscrizioni al prossimo anno scolastico. A Visso ci sono le elementari, le medie a la materna. «Abbiamo tra tutto 58 iscritti, la metà – spiega il sindaco -. Per fare un bilancio aspettiamo comunque settembre. Molte famiglie hanno scelto il contributo di autonoma sistemazione e quindi sono altrove. Ma spesso l’hanno fatto perché pensavano di rientrare prima, magari avevano danni lievi alla casa. Convinzioni che non si sono rivelate corrette». L’umore generale, aggiunge il sindaco, «è estremamente soggettivo. Dovremo vedere quest’inverno». Pazzaglini siede da marzo in Senato, nelle fila della Lega. «Il Governo – spiega – sta ragionando su come fare con la struttura commissariale. Secondo me fatte le norme che vanno fatte, diventa inutile. Sarebbe meglio affidare l’incarico al presidente di Regione, ma è solo la mia opinione». In ogni caso, conclude, «non si faccia l’errore, parlando di ricostruzione, di parlare del quando e non del come. Bisogna ricostruire bene. Ci hanno fatto perdere un anno con le perimetrazioni (Visso, dopo averle approvate, le ha annullate tutte, ndr), sono stati sprecati milioni di euro in Sae e messe in sicurezza quando si potevano semplicemente semplificare le norme».

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Vincenzo Marini Marini

Diverse curve sopra Visso, ai piedi del monte Bove, anche Ussita lotta per rinascere. Nonostante il meteo variabile e la mancanza quasi totale di strutture ricettive, diversi turisti hanno scelto la località montana per godersi le ferie. Certamente molti meno degli anni pre sisma, quando ad agosto si contavano a migliaia. Chi ha una seconda casa, se agibile, è tornato. Anche solo per un giorno. Altri si sono arrangiati come possono. La piazza di legno con le attività produttive, quando ci sono eventi, resta vitale ed è diventata il nuovo ritrovo della comunità. «Per me il problema è in chiave prospettica – dice il neosindaco Vincenzo Marini Marini -. Dobbiamo creare i presupposti per far restare le persone. Soprattutto quelle in età da lavoro. E quindi creare posti letto per i turisti, mantenere la comunità unita». Certo, «per noi – prosegue il sindaco – la ferita lacerante è stata quella di ottobre 2016. E non scordiamoci che il terremoto è durato sei mesi. Da agosto a gennaio. Ma la comunità nutre forti speranze e crede fortemente nel vivere la montagna. Servono fatti concreti e ci stiamo impegnando». Presto tornerà anche un parroco. «Siamo in attesa di risposta», dice Marini, che ha già la mente verso i prossimi progetti: «Ora dobbiamo occuparci delle macerie dell’Eca a Tempori, che contengono amianto. E avviare il prima possibile la ricostruzione leggera. Stiamo anche pubblicando un bando per portare un’attività che somministri cibo e bevande a Frontignano». Tra gli obbiettivi anche quello di ripristinare, almeno in parte, gli impianti di risalita. «Sarà un lavoro fatto anche insieme alle associazioni – spiega il sindaco -. Ma da settembre 2016 non sono state tolte le seggioline, voglio sperare che non si siano danneggiate le funi».



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