di Laura Boccanera
(Foto e video di Federico De Marco)
«Il fenomeno pop di oggi è Donald Trump». Ne è convinto Philippe Daverio che vede nel potente presidente degli Stati Uniti un simbolo della società di oggi che divide il mondo in buoni clienti, potenziali clienti e cattivi clienti. E per l’arte le cose non vanno meglio. Ha parlato di pop art, di mercato, di società e un po’ anche di politica il critico d’arte più elegante della tv ieri sera sul palco di Popsophia a Civitanova Alta. E’ spettato a lui aprire il festival nel primo degli appuntamenti serali in piazza della Libertà.
Philippe Daverio
La serata si è aperta con la Factory ad intonare “Such a perfect day” di Lou Reed e dei Velvet Underground per immergere nel mondo della pop art oltre la zuppa Campbell. “Un giorno perfetto” anche per la giunta che ha voluto con forza il ritorno di Popsophia e lo ricorda anche il sindaco che dal palco saluta il pubblico. «Non è Popsophia che si è ripresa Civitanova, è Civitanova che si è ripresa Popsophia – ha detto – In questi anni il festival è cambiato molto e questo non è un ritorno al passato, ma un ritorno al futuro». L’attenzione è poi tutta su Philippe Daverio che racconta della conoscenza con Warhol, con Leo Castelli e analizza il movimento pop sul piano politico: «Dopo il ’64 il meccanismo artistico ha lavorato per imporre all’Europa la Pop art». E tra una battuta arguta e una stoccata spigolosa al ministro e “all’illuminata scelta di togliere le domeniche gratis ai musei”, Daverio ha spiegato il perché dell’isolamento attuale dell’arte contemporanea italiana, relegata a location per gli americani, con una Biennale di Venezia svuotata dalle intelligenze italiane. Un ruolo subalterno dell’arte contemporanea italiana dopo il ’64 che si è interrotto solo nella breve parentesi dell’arte concettuale di Kounellis, Fontana, nella matericità di Burri, ma è poca cosa.
Lucrezia Ercoli
«I ragazzi che oggi hanno 20 anni ricorderanno solo la pop art quando parleranno del XX secolo». E infine la necessità di ripensare alle radici comuni dell’Europa, senza guardare a Trump o a Putin: «Non c’è più un europeista in giro, certo l’Europa non deve essere quella cosa che vieta il lardo di colonnata o impone i taglieri di plastica invece che quelli di legno, ma non si può rinnegare l’Europa. L’Italia – ha aggiunto Daverio – ha una chance di uscire dall’isolamento, solo se riesce a valorizzare le sue 4 F: Ferrari, food, fashion e forniture, sono queste le eccellenze». Oggi pomeriggio il festival prosegue: alle 18 arriva Lella Costa in piazza della Libertà, alle 19 nel cortile laboratorio d’arte per ragazzi e a seguire la cena con le proposte degli chef stellati. In serata Leonardo Caffo in piazza della Libertà e a seguire l’intervento del filosofo Umberto Curi che interviene con l’ensemble musicale Factory in Sogno o son desto, da Freud a Inception. Alle 23 focus su Lady Gaga con Alessandro Alfieri. Proseguono le mostre inaugurate ieri pomeriggio, alle 19 aprono Andy Pop, installazione multimediale al centro multimediale San Francesco e “La provincia è l’impero” all’auditorium Sant’Agostino.
Popsophia, là dove tutto è iniziato: «Un sogno che è realtà» Lo start con Daverio e Warhol (FOTO)
Chef Mazzieri
Popsophia, là dove tutto è iniziato: «Un sogno che è realtà» Lo start con Daverio e Warhol (FOTO)
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forniture nel senso di arredamento non di pizza…
Trump assomiglia a Biff nella saga dei ” Ritorno al futuro”.
Lectio assolutamente poco magistrale, di Andy Wharol ed il suo impatto nella realtà’ culturale degli anni 60′ che ha cambiato per sempre il concetto di arte nessun accenno, di pop art vaghi riferimenti, solo un lungo pistolotto sul l’influenza della politica americana dal dopoguerra in poi ( sai che novita’….dopo il piano Marshall pensava all’America come un’ ente caritatevole?) con innoportuni riferimenti a rappresentanti del governo ( Di Maio ,regno borbonico, boh….) una spruzzata di banale qualunquismo ( in Italia il governo successivo sempre peggiore del precedente da Carlo Magno in poi…) sempre utile X strappare qualche facile applauso da parte di acritici adulatori …..Pop art italiana neanche menzionata, come se Angeli Festa Schifano Fioroni Mauri Rotella Ceroli non fossero mai esistiti……
Un inutile perdita di tempo
Banalizzazione della cultura con un format uguale a se stesso anche quando cambia nome!Cosa lasciano alla città?
civitanoi2015@gmail.com
civitasvolta@gmail.com