Iniziati i lavori di montaggio della Sae: si tratta di 10 abitazioni in legno nell’area alla fine di via Madre Teresa di Calcutta. «Mi auguro – ha commentato il sindaco Domenico Luciani – che i lavori siano completati entro due anni dal 30 ottobre 2016, data che rimarrà impressa a lungo nella nostra memoria». Il primo cittadino risponde anche alle critiche che sono piovute sull’amministrazione: contestazioni che riguardano i disagi per la viabilità, il fatto che queste abitazioni sono destinate per lo più a extracomunitari, che le opere di urbanizzazione costano troppo, che l’area individuata è sprecata, che sarebbe stato meglio metterle in un terreno pianeggiante di proprietà comunale all’interno della zona industriale o in aperta campagna.
«Tengo a precisare – specifica Luciani – che la decisione di realizzare le Sae è stata presa per soddisfare le richieste di nuclei familiari che risiedevano nel nostro Comune prima del sisma del 2016 e che hanno avuto l’abitazione dichiarata inagibile per i danni causati dal terremoto. Famiglie con anziani, bambini e neonati che vogliono rimanere nel nostro territorio e che hanno gli stessi diritti dei terremotati degli altri comuni colpiti dal sisma. Famiglie che fino ad oggi hanno trovato una sistemazione abitativa provvisoria, affatto confortevole, e che hanno diritto ad una abitazione dignitosa, in quanto terremotati, al di là della provenienza geografica. L’area è stata individuata sulla base di alcuni criteri quali la vicinanza al centro abitato, la prossimità di sottoservizi tecnologici di rete, e, per quanto possibile, il rispetto della volontà dei proprietari dei terreni di mettere a disposizione l’area». Per quanto riguarda la spesa, il sindaco sottolinea che «i costi di urbanizzazione dell’area, che sono a carico della Protezione civile regionale, seppur consistenti, sono inferiori rispetto ai costi di alcune altre aree Sae di altri comuni del cratere. Tali opere – aggiunge – saranno al servizio delle Sae e, in parte, anche dell’intera comunità. Per di più, è facile immaginare che tali opere rimarranno anche quando le Sae non serviranno più e verranno smantellate».
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Famiglie con anziani, bambini e neonati?
Con gli stessi soldi si compravano gli appartamenti necessari che alla fine sarebbero rimasti al comune di Petriolo per ogni evenienza.
Soluzione comunque, quella delle casette, provvisoria e costosa anche da smantellare e problema che dovranno risolvere le future amministrazioni comunali.
I denari per farle non li mette la protezione civile ma gli italiani che pagano le tasse!