E’ morto a due giorni di vita per colpa del terremoto un puledrino dell’allevamento di Albano Liberti a Valfornace. Era destinato a diventare un cavallo da trotto «L’ho trovato morto subito dopo la scossa di ieri mattina – racconta Liberti – la mamma era buona e tranquilla ma con la scossa forte deve essersi impaurita e, cercando di scappare, ha ferito il figlioletto. Subito dopo il terremoto ho fatto il giro delle stalle per vedere che tutto fosse a posto e invece l’ho trovato già morto». Una disgrazia che si aggiunge alle tante enormi difficoltà che rendono un’impresa continuare a lavorare nelle zone colpite dal sisma, senza certezze e senza sostegno.
Ieri sera il puledro è stato sottoposto ad un’autopsia che ha confermato che è morto calpestato dalla cavalla. Per di più nella notte la carcassa dell’animale, pronta per lo smaltimento, è stata portata via dai lupi. «Chiederò un risarcimento – spiega Albano Liberti – la colpa non è nostra. Qui i danni sono tanti e anche le perdite. Col terremoto qualche cavalla partorisce prematuramente, qualche altra non si ingravida. Tra l’altro nessuno sa dirci come dobbiamo presentare le domande in regione per i risarcimenti, continuano a rimbalzarci da un soggetto all’altro».
Tante sono le difficoltà per gli allevatori che con grande passione e determinazione stanno continuando nonostante tutto la loro attività: «Sono a un chilometro dall’epicentro e qui il terremoto si sente forte, nel container è caduto tutto. L’umore è a pezzi, lo stato d’animo pietoso, non si dorme. In più ci si mette anche la burocrazia. Non capisco ad esempio perchè per noi allevatori di cavalli il contributo è di 100 euro per una cavalla femmina, mentre per le vacche quasi 500 euro. Che cambia? Hanno 4 zampe lo stesso. Ci vogliono prendere per il collo e far stufare».
(a.p.)
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