Undici sentieri
per far rinascere l’Appennino:
impatto da 10mila posti di lavoro

SISMA - Presentati i risultati dello studio commissionato dal consiglio regionale ai quattro atenei marchigiani. Raccolti sinora 135 progetti, per undici settori tematici. Si stimano potenziali investimenti per un miliardo e 740mila euro

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Il tavolo dei relatori, al centro il rettore Pettinari

 

di Monia Orazi

Far rinascere l’Appennino devastato dal sisma ed i suoi «borghi del benessere» attraverso 135 progetti specifici ed un impatto potenziale di 10mila 700 nuovi occupati, individuati da un team di quaranta docenti dei quattro atenei marchigiani ed undici ricercatori, che per sei mesi hanno studiato approfonditamente le piccole comunità del cratere. E’ l’obiettivo che si pone il progetto di ricerca voluto dal consiglio regionale delle Marche, in collaborazione con le quattro università delle Marche, l’università di Modena e Reggio Emilia e in raccordo con il Comitato nazionale per la strategia delle Aree interne.

Unicam3-325x244«Questi sono luoghi del benessere, siamo partiti dall’ascolto delle comunità, che presentano alte caratteristiche di qualità della vita, seppure con limitazioni – hanno detto la docente Unimc Paola Nicolini ed altri che hanno contribuito a sviluppare i progetti – il tema è quello di migliorare l’ambiente, anche con l’innovazione, per far vivere meglio queste comunità». Il gruppo di 135 progetti, che saranno poi aggregati dai ricercatori dell’Istao di Ancona, che hanno individuato undici “sentieri di sviluppo”, sarà consegnato alla giunta regionale, che li potrà attuare ad esempio con i fondi europei Fesr, in quanto sono già stati studiati per essere concretamente realizzati. «Sono finanziabili ed utilizzabili sia per il patto per lo sviluppo, che dovrà necessariamente dialogare con il nuovo livello di governo nazionale che si sta formando», ha spiegato il professor Giuseppe Sestili dell’Istao. Si stima questi progetti produrranno un miliardo e 740mila euro di investimenti, per il 52 per cento sono stati proposti dai privati. Il presidente del consiglio regionale Antonio Mastrovincenzo ha spiegato che diventeranno un atto sottoposto alla discussione in consiglio regionale e dovranno raccordarsi con il patto per lo sviluppo economico, a cui sta lavorando la giunta regionale. Le leve di sviluppo per il dopo terremoto sono state individuate nei progetti «Qui si vive meglio», legato ai fattori che rendono attrattivi sia per il turismo che per la qualità della vita i borghi appenninici.

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Il rettore Pettinari

Un altro progetto ha sviluppato idee per la mobilità sostenibile e le connessioni telematiche, denominato «Borghi in rete»; l’analisi della fruizione e valorizzazione di musei e beni culturali, sia organizzati in raccolte museali che in borghi sparsi, per gli aspetti della gestione, dell’organizzazione e del funzionamento, ha riguardato il terzo e quarto progetto. «Innovare per conservare» riguarda la ricostruzione con progetti pilota, di beni architettonici, nell’ambito della situazione di costruzione all’epoca di origine e con il contesto del paesaggio in cui si trovano. Immancabile la «Creatività e made in Italy», per agevolare lo sviluppo economico tramite la ricchezza prodotta dal sistema cultura. La gestione sostenibile del bosco, anche per creare risorse energetiche rinnovabili è stato il tema del progetto «Capitale verde dell’Appennino», a cui si aggiunge per affinità tematica «Patrimonio vegetale», per un’agricoltura innovativa e la valorizzazione dei prodotti vegetali, per dare alle aziende possibilità di maggiore sviluppo economico integrato, nel segno dell’ecosostenibilità. Le greggi ovine e bovine, la filiera zootecnica, tra diversificazione produttiva e valorizzazione delle tipicità locali, è il filo conduttore del progetto «Dai pascoli alla tavola». Gli ultimi due progetti riguardano la ricostruzione post terremoto, il primo «Ricostruire meglio» mette a punto una serie di interventi, sia di ricerca che di formazione, per perseguire l’innovazione sociale e lo sviluppo economico, l’ultimo riguarda il monitoraggio del processo di ricostruzione e la costruzione di data base accessibili con dati aperti sul terremoto ed il territorio di riferimento. Sono intervenuti numerosi sindaci, amministratori regionali e locali, docenti universitari, la mattinata si è aperta con i saluti del sindaco di Camerino Gianluca Pasqui e del rettore Unicam Claudio Pettinari.

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