Condanne a oltre 120 anni per il processo relativo ad un presunto sodalizio che secondo l’accusa intendeva ricostruire nelle Marche la banda Schiavi-Abaco-Perricciolo (quella dei fatti della Mafia della movida). All’inizio erano 31 gli indagati ma diverse posizioni sono state stralciate ed erano 10 le persone sotto accusa al tribunale di Macerata, dove oggi si è chiuso il processo. Il capo di imputazione parla, a vario titolo, di spaccio di droga (si parla di chili di cocaina e di hashish), di estorsioni, rapine, incendio, detenzione illecita di armi. Secondo l’accusa l’associazione per delinquere aveva due capi: Salvatore Perricciolo, oggi condannato a 22 anni, e Alessandro Petrolati, di Corinaldo, condannato a 17 anni, 4 mesi e 20 giorni. Sono le loro le condanne più pesanti decise oggi dopo che i giudici sono usciti, intorno alle 20 di questa sera, con la sentenza. L’indagine era della Direzione distrettuale antimafia di Ancona e riguardano fatti che sarebbero avvenuti tra il 2014 e il 2015.
Perricciolo e Petrolati avrebbero costituito la Delsa srl con oggetto il commercio di auto e ne avrebbero intestato fittiziamente le quote a Davide Storlazzi, 28 anni, di Loreto (oggi condannato a 14 anni, 11 mesi e 10 giorni). Concessionaria che era però utilizzata per plurime attività unendo, dice l’accusa, alla parte di commercio regolare attività illecite ed era utilizzata come base logistica. La società assicurava la disponibilità di auto per commettere rapine e anche auto attrezzate per sembrare vetture in uso alle forze dell’ordine. Tra gli episodi contestati dall’accusa c’è una rapina a due persone alle quali alla fine erano stati portati via, oltre 20mila euro in contanti, un Rolex Daytona, tre cellulari, un bracciale d’oro. Per mettere a segno la rapina avevano finto l’intervento della polizia. Una truffa che secondo l’accusa avrebbero organizzato Perricciolo e Petrolati quando erano venuti a sapere di una persona dedita alle truffe, si tratta di un quarantenne piemontese noto per raggiri compiuti in tutto il Nord Italia. Allora avevano pensato di proporgli di compiere una truffa. In quel modo lo avevano convinto a recarsi in una località isolata insieme ad un suo collaboratore. Il 26 luglio del 2014 era stato organizzato l’incontro, in un casolare di Montegranaro. La persona che doveva essere truffata era però uno della banda (Vittorio Benignetti, maceratese, anche lui imputato al processo e condannato oggi a 10 anni, 9 mesi e 20 giorni). Al momento dell’incontro erano arrivate 4 persone del presunto sodalizio su due auto con le sirene accese, armati di pistole e distintivi della polizia. Uno di loro era in divisa. I quattro avevano ammanettato e picchiato il 40enne e il suo collaboratore. Poi gli avevano portato via il denaro che avevano con loro e che pensavano di utilizzare per mettere a segno la truffa. Sempre con vittima Benignetti, tra le contestazioni dell’accusa c’è anche quella di sequestro di persona. Perricciolo e Storlazzi, per un ritardo nella consegna di una Bmw X5, avrebbero tenuto Benignetti all’interno della Delta srl e lo avrebbero costretto a chiamare Antonio Cascella, 45 anni di San Severo, come lui preposto alla vendita e acquisto di auto per la Delta srl, e imputato al processo (oggi è stato condannato a 10 anni e 10 mesi), per sapere se aveva pagato e ritirato l’auto dal venditore a Roma. Un’altra contestazione è l’incendio all’agenzia di scommesse di Porto Recanati “Gold bet” che Perricciolo e Storlazzi avrebbero appiccato insieme ad altre due persone. Secondo la Dda, Perricciolo e Storlazzi avevano affidato l’incarico dell’incendio quale punizione per delle percosse che Storlazzi aveva subito in un locale notturno. L’attività principe del gruppo, dice l’accusa, sarebbe comunque stata lo spaccio di cocaina e hashish. Secondo l’accusa si sarebbero associati allo scopo di spacciare cocaina e hashish: Mauro Darian Ballarini (condannato a 11 anni), lo stesso Benignetti, Mirco Calvari (condannato a 11 anni e 9 mesi), Cascella, Daniele Cocchi (condannato a 4 anni e assolto dalla contestazione di associazione per delinquere), Antonio Corleto (14 anni e 8 mesi), B. P. (4 anni, 3 mesi e 10 giorni, anche lui assolto dall’associazione per delinquere), Storlazzi, Petrolati e Perricciolo. I fatti contestati al presunto sodalizio erano avvenuti lungo la costa maceratese per lo più a Porto Recanati e Civitanova. Gli imputati erano assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Giancarlo Giulianelli, Domenico Biasco (Calvari e Cocchi), Simone Santoro, Gian Luigi Boschi, Robert Egidi, Riccardo Leonardi.
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