Daniela Tisi è candidata del Movimento 5 Stelle alla Camera . Collegio uninominale 3 – Macerata.
Moglie e mamma di Leonardo e Giorgio, si laurea in Filosofia all’Università degli Studi di Macerata. É direttrice del Museo Civico Archeologico di Monte Rinaldo. Dal 2014 è inoltre direttrice della Rete Museale dei Sibillini, costituita da dieci comuni in un territorio che esteso su tre provincie, offrendo un modello innovativo di promozione, gestione e sviluppo del patrimonio culturale, ottenendo molti riconoscimenti anche a carattere nazionale.
Dopo le scosse sismiche che hanno colpito profondamente il territorio marchigiano, si è impegnata nelle operazioni di messa in sicurezza e valorizzazione del prezioso patrimonio artistico marchigiano in una serie di interventi che ne hanno permesso la tutela, la fruizione e la valorizzazione. Grazie al lavoro svolto con la Rete Museale dei Sibillini, le opere danneggiate dal sisma sono state subito restaurate, rese di nuovo fruibili e valorizzate in mostre di alto spessore. Oltre alla custodia delle opere, la sua attività di progettazione ha permesso la continuità delle attività culturali dei musei e degli operatori, grazie ai progetti presentati anche con Icom Italia (International Council of Museums) e sostenuti da grandi città italiane, come Torino, Milano oltre alle marchigiane Osimo e Jesi.
É fondatrice della D&P Turismo e Cultura, un’azienda che da oltre un decennio gestisce il patrimonio culturale delle Marche. Attualmente è curatrice della Mostra “Capolavori Sibillini. Le Marche e i luoghi della Bellezza” allestita presso il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano.
É socio e membro del Coordinamento regionale Icom Marche e ha al suo attivo diverse pubblicazioni e convegni. É profondamente legata alla sua terra, dove vive con la sua famiglia e dove ha costruito la sua attività.
Vuole un Paese migliore, ed è per questo che oggi ha deciso di partecipare, di scegliere e di cambiare.
da www.danielatisi.it
La cultura al centro della Rete
Daniela Tisi, direttrice della Rete Museale dei Sibillini, si è distinta nel post-sisma per la messa in sicurezza, tutela e valorizzazione del patrimonio dei musei colpiti dal sisma, siglando un protocollo di intesa tra i comuni della rete e il comune di Osimo, per la realizzazione della mostra “Capolavori dei Sibillini. L’arte dei luoghi feriti sisma”, un evento culturale di respiro nazionale al quale il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha concesso la medaglia di bronzo della Repubblica.
Dall’attività di manager di cultura all’impegno politico: in molti si saranno chiesti, qual è il collegamento?
Il passo, in realtà, è molto più breve di quanto non si possa pensare. Con la Rete Museale dei Sibillini abbiamo dimostrato che siamo capaci di grandi progetti: siamo andati “oltre il campanile” e abbiamo messo in rete i musei di dieci comuni tra le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. Abbiamo mostrato come dall’arte e nell’arte si possa trovare un fare cooperativo che da sempre caratterizza la nostra regione e l’Italia in genere. I musei non sono dei semplici contenitori, spazi di tutela o di conservazione: sono invece dei presidi territoriali in cui la comunità si riconosce e partecipa. É proprio dall’attenzione per lo spazio museale come luogo di socialità ed identificazione culturale che si sviluppa un interesse civico, per una comunità alla quale tutti i marchigiani – per loro stessa natura – si sentono profondamente legati. Il concetto del lavoro di squadra, così come quello della valorizzazione delle competenze professionali locali, sono pilastri fondamentali di una visione politica estremamente concreta e comprensibile, perché questo è il modo in cui ci piace fare le cose. E farle bene.
Perché proprio la scelta del Movimento Cinque Stelle?
Lo scorso 20 gennaio il “Rally per il Governo” ha toccato la zona dei Monti Sibillini e Luigi Di Maio ha riconosciuto il valore dell’operazione della messa in sicurezza e valorizzazione e di alcuni dei miei progetti, come per esempio il “CumaLab”, un progetto di raccolta fondi nell’ambito dell’iniziativa di crowdfunding “Adotta un Museo” di Icom Italia, grazie al quale i Musei di Torino hanno adottato la Rete Museale dei Sibillini con un finanziamento di circa 28 mila euro, permettendo alle attività culturali dei musei di ritrovare una continuità operativa, anche se chiusi. É così che Di Maio mi ha proposto la candidatura alla Camera dei deputati nel collegio uninominale n. 3 delle Marche che, dopo una breve ma intensa riflessione, ho deciso di accettare, perché credo nel valore di questa forza politica onesta e competente e nelle potenzialità del nostro territorio, che oggi vive uno dei suoi momenti più difficili.
La mia gente si sente abbandonata, logorata da una ricostruzione che si annuncia da tempo ma che non parte; le comunità si stanno disgregando e i nostri borghi, veri e propri scrigni, sono lasciati a sé stessi. Mi sento in dovere di fare qualcosa e, come ho fatto per le opere d’arte, vorrei potermi occupare della mia gente e di tutta quell’area che rappresenta il vero cuore pulsante della nostra regione e del centro Italia, l’area interna. Da troppo tempo abbiamo assistito a politiche poco attente, che non hanno mai investito su un territorio che è custode di antichi saperi e di grandi prospettive future. I nostri giovani devono avere delle opportunità nei loro paesi e le Marche potranno rilanciarsi in una ricostruzione che, se ben gestita, potrà essere un esempio virtuoso e una buona prassi da seguire, così come è stato il progetto della Rete Museale dei Sibillini. Noi marchigiani siamo gente del fare concreto, non delle chiacchiere, e questa volta vogliamo essere noi i protagonisti della ricostruzione, con la possibilità di progettare il nostro futuro.
In virtù del suo percorso professionale, quale può essere il ruolo della valorizzazione culturale nella rinascita delle zone colpite dal sisma?
Occorre sostenere e promuovere tutte le iniziative che prevedano la messa in rete dei servizi culturali e che impieghino delle figure professionali qualificate e riconosciute, che possano garantire il raggiungimento di elevati standard qualitativi. Per la regione Marche, in particolare, questa sarà una scelta strategica che porterà il settore dei beni culturali al vertice di una strategia di crescita, creando opportunità e occupazione. Penso che la differenza, rispetto al passato, la possa fare non solo il superamento degli attriti campanilistici, ma anche l’adozione di una progettualità che tenga conto dell’impatto socio-economico che una gestione moderna del patrimonio potrebbe assicurare ad un territorio unico. È per questo che ho aderito con convinzione al manifesto Culture Action Europe, poiché credo che la cultura debba essere al centro del dibattito e delle decisioni pubbliche, così come ben dichiarato nel programma politico del Movimento 5 Stelle, in cui si evidenzia la necessità di effettuare investimenti nell’intero settore dei beni culturali, con un incremento di spesa di almeno l’1% rispetto al PIL.
Il candidato premier Di Maio ha spesso utilizzato il sostantivo “supercompetenze” per riferirsi ai candidati messi in campo dal Movimento Cinque Stelle: si tratta di un ritorno al governo dei tecnici?
Non vi è dubbio che la politica fine a sé stessa, inefficace e troppo spesso auto-referenziale, abbia fatto il suo tempo. Non sono solo i sondaggi, che attestano una sempre crescente percentuale di persone deluse dalla politica, a testimoniarlo ma soprattutto il fallimento di tante belle idee che non hanno trovato, per mancanza di volontà o semplice incompetenza, una soddisfacente traduzione in provvedimenti concreti. Nel corso di questa campagna elettorale ho spesso citato il contributo che i professionisti marchigiani potranno assicurare alla causa della ripresa, nell’ambito di una gestione del post-sisma che dovrà necessariamente trovare una governance sul territorio, vicina, attenta. C’è bisogno che tutti si sentano coinvolti in questo processo, che per noi rappresenta anche un’opportunità per ritrovare coesione, per valorizzare le infinite bellezze che ci circondano, per lavorare in nome di una progettualità trasparente, attraente e finalmente condivisa.
Partecipa. Scegli. Cambia. Ci racconta cosa c’è secondo lei dietro questo slogan?
Partecipa. Scegli. Cambia è molto più di uno slogan.
Nel corso di questo ultimo mese ho avuto la straordinaria possibilità di confrontarmi con tanti cittadini che hanno voluto ascoltare i candidati del Movimento Cinque Stelle e capire se la nostra proposta potesse ben rappresentare la loro sensibilità, o rispondere ad uno specifico bisogno. Chilometro dopo chilometro, paese dopo paese, ci siamo trovati nelle piazze, nei mercati, nei teatri e negli spazi predisposti dalle associazioni di categoria, anch’esse desiderose di confrontarsi per capire le risposte che la politica vorrà dare alle loro istanze. Abbiamo insomma favorito la partecipazione delle persone in ogni luogo, in qualsiasi condizione ed a qualsiasi ora nella quale avessimo la fortuna di instaurare un contatto ed accendere un interesse. Questo è probabilmente il primo carattere distintivo del Movimento Cinque Stelle e della sua idea di politica: una politica che non “se la canta e se la suona”, come ormai ci hanno abituato, ma che al contrario non può prescindere dal contatto umano – o favorito dalle tecnologie, che sono al nostro servizio – per raccogliere le domande e formulare risposte con il più alto tasso di condivisione.
Se quello della partecipazione è dunque un presupposto che a noi sta particolarmente a cuore, esso costituisce il primo passaggio volto ad effettuare una scelta. Scegliere, e farlo in modo consapevole, è innanzitutto un modo per affermare chi siamo, proteggere la nostra identità, favorendo il dialogo anche all’interno di posizioni talora contrastanti. Scegliere nel nostro caso significa preferire un modo di lavorare rispetto ad un altro.
Nel corso di queste settimane ho spesso utilizzato l’espressione “futuro di alta qualità”, proprio con l’intento di evocare un cambiamento radicale che comincia con il porsi degli obiettivi alti e diffusi. Cambiamento significa adottare ad esempio una progettualità a medio-lungo termine, una capacità che non sempre negli abbiamo saputo coltivare. Avere un progetto è il pilastro fondamentale della fase successiva, quella dell’esecuzione. Sicurezza, politica estera, immigrazione, sviluppo economico, lavoro… nessuno dei punti del programma a Cinque Stelle sarà estraneo al dibattito, al confronto, ad un lavoro al quale contribuiranno più saperi, con pari dignità.
In questa visione inclusiva non ci sono nemici politici, avversari e posizioni precostituite: c’è invece una forte consapevolezza che un bene comune e duraturo può scaturire soltanto dall’applicazione rigorosa di un metodo. Partecipare, scegliere e cambiare sono le tappe di un viaggio nel quale questa forza politica vuole coinvolgere un intero Paese, ben oltre i soliti slogan.
Messaggio elettorale a pagamento a cura di Daniela Tisi – Candidata nel collegio uninominale Marche 3 per la camera dei Deputati
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