Quattro anni a Massimo Bianconi, tre anni a Davide Degennaro e 2 anni e 8 mesi a Vittorio Casale. Sono queste le pene chieste dalla procura dorica per l’ex direttore generale di Banca Marche e i due imprenditori finiti a processo con l’accusa di corruzione tra privati. A formulare la requisitoria che ha ripercorso i fatti accaduti tra il 2010 e il 2012 sono stati questi mattina i pm Andrea Laurino, Serena Bizzarri e Marco Pucilli, gli stessi magistrati che si occupano anche del crac milionario dell’istituto di credito, un procedimento ancora non arrivato a dibattimento e per il quale ci sono 16 indagati. Per lo stralcio della corruzione, che ruota attorno a un presunto scambio di favori tra i tre imputati, non c’è stata sentenza. Arriverà probabilmente il 29 gennaio, dopo le arringhe delle difese. Oggi c’è stato solo tempo per la discussione dell’accusa e delle parti civili, rappresentate dall’old bank e dalla new company di Bdm. Secondo la procura, i presunti affari illeciti tra il trio sarebbero passati attraverso l’apertura di linee di credito e la compravendita di un immobile in via Archimede, ai Parioli di Roma. Durante una delle scorse udienze, sia Banconi (sempre presente in udienza) che Degennaro avevano rigettato le accuse rispondendo alle domande dei pm. L’ex dg aveva ricostruito tutta la filiera che lavora attorno alle richieste di credito, affermando come non fosse lui a proporre direttamente le pratiche, prese in considerazione da uffici e manager al di sotto della sua persona. L’imprenditore barese, invece, aveva detto di non aver mai conosciuto di persona Bianconi prima dell’avvio del processo in corso di svolgimento e vicino alla chiusura.
(Servizio aggiornato alle 16,30)
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gli avvocati ancora ridono….4 anni dovrebbero essere dati per ogni cliente raggirato!
Ecco un esempio di incentivo a delinquere da parte della giustizia.