L’incontro di approfondimento ad Unicam per Sefro patrimonio Unesco
Sefro, l’altopiano di Montelago, gli altari pagani di Monte Primo, la miniera medievale di ferro nei pressi del bivio per Agolla, il primo affresco raffigurante San Francesco, ma anche la cultura della carta di Pioraco, il territorio del Verdicchio di Matelica potrebbero essere candidato a diventare patrimonio immateriale dell’Unesco. Nei giorni scorsi si è svolto un incontro all’università di Camerino, alla presenza del rettore Unicam Claudio Pettinari, dei sindaci di Sefro Giancarlo Temperilli, di Pioraco Luisella Tamagnini, di Fiuminata Ulisse Costantini, di Matelica Alessandro Delpriori, per dare vita ad un gruppo di lavoro per formalizzare la candidatura dell’intero territorio. Si sono uniti docenti ed esperti che hanno studiato nei dettagli gli aspetti ambientali, storici e culturali dell’intero territorio di riferimento, che li hanno presentati a titolo informativo a Roberto Cerrato, responsabile Unesco per i siti ambientali. Tra i luoghi presentati anche la faggeta di Valle Scurosa, il sistema carsico di Montelago, l’ambiente montano in cui nasce il Verdicchio, vino pluripremiato. Il progetto sarà portato avanti nei prossimi mesi, in tutti gli aspetti, con il fine di presentare prima possibile la candidatura all’Unesco. L’idea di far diventare patrimonio Unesco il territorio a cavallo tra Marche ed Umbria non è nuova, era stata lanciata nel 2014 dall’associazione “Ascent terra dei Camulani e dei Varano”, che aveva riunito una decina di Comuni, enti ed associazioni. Un anno fa anche Giampiero Feliciotti, presidente dell’Unione montana dei Monti Azzurri, aveva raccolto il suggerimento dell’avvocato Fabrizio Romozzi, di far diventare tutti i centri del cratere sismico patrimonio dell’Unesco. L’idea è quella di tutelare l’identità e la storia dei piccoli borghi rurali delle Marche, garantendo al tempo stesso che vengano ricostruiti con il rispetto delle condizioni storiche ed ambientali, che sussistevano prima del terremoto.
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