(foto di Danilo Maceratesi)
Dai Sibillini alle Ande o meglio da Monte Cavallo alla Cordigliera. Scalando dai 648 metri del paesino maceratese, sponsor di questa impresa da avventurosi ‘di ritorno’, fino ai quasi settemila (6.962 mt) dell’Aconcagua, la cima più alta del mondo al di fuori della catena dell’Himalaya. Ad accompagnare gli audaci – perché solo uno di loro ha scalato vette importanti- gli auguri di Marta Gabriela Michetti, vicepresidente ‘maceratese’ dell’Argentina cui il massiccio appartiene. Il momento, il passaggio del virtuale testimone, nel cortile del palazzo comunale di Macerata, spazio ancora agibile dell’edificio percosso, come Montecavallo e soprattutto l’intera provincia-martire di Macerata, dal terremoto del centro Italia.
Saranno in sei, tre recanatesi, un veneto ed un romagnolo a salire sull’Aconcagua ‘guidati’ da Roberto Pellegrini, recanatese nato in Argentina: quanto si dice ius soli. “Veramente mi sento italiano al 100% anche se attualmente sono impegnato nell’organizzazione di tour turistici in Patagonia” dice lui campione italiano nei decenni 80/90 di karate, in nazionale insieme al maestro sarnanese Remo Grassetti. Un campione, anch’egli rigorosamente non di alpinismo, è pure Marco Capodacqua titolare di un bellissimo agriturismo (L’Acquabona) tra Montefano ed Appignano. Marco è un centauro, veterano della Parigi-Dakar, conseguendo una vittortia nell’Africa race nel 2010. “Quando costa partecipare alla mitica traversata del deserto?”. ‘Intorno ai cinquantamila euro’ fa Marco.
Salire sull’Aconcangua ha anche questo un suo costo. “Soltanto per l’ingresso al Parco, sono 800 euro” dice Roberto Pellegrini che guida la pattuglia. Di cui con Capodacqua fanno parte i recanatesi Danilo Maceratesi, fotografo e; Sandro Tommasi, reporter documentarista; il veneto Giovanni Dall’Armellina, direttore di cliniche odontoiatriche (“unico vero montanaro del gruppo con all’attivo scalate sulle più alte europee” dice il depliant illustrativo) e il romagnolo Mattia Baffone, dentista, il più giovane. La scalata porterà in cima all’Aconcagua non solo Monte Cavallo, il suo piccolo gonfalone, ma il dramma intero del terremoto del centro Italia. Con i fondi raccolti, il gruppo intende infatti contribuire fortemente alla ricostruzione della sede comunale del comune di Pietro Cecoli. Dice Roberto: “In proposito abbiamo costituito una onlus: Aconcagua Experience team di cui Marco è il presidente ed io il vice. Nel nome di Monte Cavallo, il motto Save Marche 6.5: un piccolo gesto per un grande aiuto”. E l’appello è lanciato agli sponsor che vogliono coniugare il proprio nome o la propria ‘ditta’ ad un’impresa d’altri tempi. Sei non-alpinisti, con l’eccezione di uno, alle prese con una delle vette più alte del pianeta. Certo non siamo alla quiete drammaticità di chi, verso il polo, cercando esploratori da aggregare non garantiva inviando inserzioni ai giornali del secolo scorso né ritorno, né vita, tanto si presentava difficile la spedizione artica.
Dice Cecoli, sindaco di Monte Cavallo: “Ci ha fatto tanto piacere la considerazione e la solidarietà del gruppo di Marco e Roberto e a tutti gli altri componenti. In momenti come questi è facile pensare di restare da soli davanti a problemi che da soli è impossibile risolvere. Ed allora la ‘conquista’ dell’Aconcagua val bene la ricostruzione del nostro municipio!”. Intanto la onlus si sta dando da fare, mentre si intensificano sui Sibillini gli allenamenti di Roberto e C. Due i fronti di intervento: una campagna di crowfunding per la raccolta di fondi da destinare interamente a Montecavallo; la seconda per la ricerca di sponsorizzazione (www.aconcaguaonlus.com) con il supporto anche della rete social (FB). In Argentina l’Experience team è già atteso dalle numerose comunità italiane ‘allertate’ circa l’imminenza della spedizione dai quotidiani locali in lingua italiana. Dice Pellegrini: “E al ritorno in Italia porteremo con noi la bandiera di tutti coloro che avranno aderito al progetto e la pianteremo in cima al monte Vettore (epicentro del terremoto del centro Italia ndr) e poter dare così un segnale di vicinanza in questo delicato momento e ponendo le basi per gemellaggi e scambi culturali”. Nel nome della solidarietà e del grande ponte, sempre esistito tra Marche ed Argentina. Qualcjhe esempio al top? La ‘maceratese’ vicepresidente Marta Gabriela Michetti ed un certo Lionel Messi, di avi recanatesi come Roberto (argentino di ritorno), Marco, Danilo e Sandro. Può bastare?
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