Delitto Pinciaroli, la procura:
“Andreucci lucido durante l’interrogatorio”

OMICIDIO A OSIMO - Il 23enne indagato per l’uccisione del veterinario non avrebbe fatto trapelare uno stato di agitazione domenica pomeriggio, in caserma ad Osimo, nel corso della sua prima deposizione. Gli inquirenti non hanno disposto accertamenti per rilevare una possibile alterazione psicofisica del ragazzo. Domani la convalida davanti al gip e l'autopsia

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Valerio Andreucci

 

di Federica Serfilippi

Al suo avvocato ha detto di non ricordare nulla dell’assassinio di Olindo Pinciaroli. Alla procura, invece, è parso «molto lucido» Valerio Andreucci, il 23enne indagato per l’omicidio del veterinario, originario di Urbisaglia e residente a Montelupone. Domenica pomeriggio, durante il primo interrogatorio davanti agli investigatori, il giovane non avrebbe fatto trapelare uno stato di agitazione nel corso della sua deposizione, poi ritenuta dal pm Marco Pucilli, titolare delle indagini, non particolarmente convincente. Nonostante il presunto tentativo di depistaggio, i fatti sarebbero stati esposti in maniera chiara, tanto da indurre gli inquirenti a non sottoporre l’indagato a nessun accertamento per rilevare una possibile alterazione psico-fisica. Di tutt’altra natura la condizione rilevata dall’avvocato del sospettato numero uno, Alessandro Angelozzi. L’avvocato, andando a trovare ieri il suo assistito in carcere, ha detto di aver trovato il «ragazzo sotto choc», non in grado di esprimere alcun ricordo. Che il trauma sia subentrato subito dopo l’accesso a Montacuto? Non è certo da escludere. Di sicuro, qualche enigma verrà chiarito domani. All’obitorio dell’ospedale di Torrette verrà svolta l’autopsia di Pinciaroli. Prima ci sarà il conferimento dell’incarico al medico legale Adriano Tagliabracci, poi potrà iniziare l’accertamento.

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I carabinieri con il pm Marco Pucilli

Sarà fondamentale per capire la dinamica di quanto accaduto. Sul corpo del veterinario sono stati trovati sia traumi compatibili con un possibile investimento, che dei fendenti scagliati dal coltello classificato come l’arma del delitto. In quale sequenza siano avvenuti i colpi, lo dirà la perizia. In mattinata, ci sarà anche l’udienza di convalida del fermo davanti al gip Carlo Cimini. Andreucci, se vorrà, avrà l’occasione di riformulare la propria versione dei fatti, cercando di difendersi dall’accusa ipotizzata finora dalla procura: omicidio volontario. Il movente è ancora tutto da chiarire. In queste ore, i carabinieri di Osimo e del Reparto Operativo di Ancona, stanno scandagliando la vita di Pinciaroli e del suo assistente, che lavorava con lui da appena tre mesi, per capire se tra i due ci fossero rancori. Qualche elemento utile potrebbe arrivare dall’esame dei cellulari dei due, sottoposti a sequestro come l’ambulanza veterinaria ricoperta di sangue lungo la Chiaravallese.

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I rilievi sul luogo del delitto

 



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