Ricostruzione pesante, Berrè:
“Il 50% dei lavori ad aziende locali”
Spuri: “Cerchiamo di acquisire case” (Video)

SISMA - Convegno con il direttore dell'ufficio speciale della ricostruzione al quale il responsabile del settore edile di Confartigianato ha chiesto di farsi portavoce col governo per riservare una quota delle opere a ditte marchigiane. Spuri: "Obiettivo evitare le casette con l'acquisto di appartamenti. Con il primo bando abbiamo ricevuto mille offerte. Questo è l'anno per riportare le persone vicino ai loro affetti e alle loro attività"

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L'intervista a Cesare Spuri, direttore dell'ufficio speciale per la ricostruzione, Pacifico Berrè, sezione edile Confartigianato e Renzo Leonori, presidente Confartigianato Macerata

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Al centro Cesare Spuri durante l’incontro di questo pomeriggio

 

di Monia Orazi

(Foto e video di Lucrezia Benfatto)

“Le imprese locali marchigiane dovrebbero avere una quota riservata del 50 per cento nelle gare di assegnazione dei lavori, come deroga simile alle esenzioni fiscali approvate lo scorso 24 aprile nel decreto legge 50”. A lanciare la proposta è stato Pacifico Berrè, del settore edile Confartigianato, questo pomeriggio chiedendo a Cesare Spuri, direttore dell’ufficio speciale per la ricostruzione, di farsi portavoce con il governo ed il commissario Errani. Spuri, alla sua prima uscita pubblica dall’approvazione dell’ordinanza sulla ricostruzione pesante, ha fatto un quadro del lavoro da fare nei prossimi mesi, di fronte alla platea di piccoli artigiani che ha gremito la sala Confartartigianato, per il convegno “La ricostruzione pesante dei fabbricati ad uso civile ed industriale”. Ha prima aggiornato sulle novità. Martedi prossimo a Roma la cabina di regia, formata dal commissario Errani e dai presidenti delle quattro regioni colpite, tra cui il marchigiano Luca Ceriscioli, discuterà del piano delle opere pubbliche da ricostruire, circa 2.700, per una spesa complessiva di due miliardi e mezzo di euro (erano 500 milioni di euro nel 1997), il cui elenco è stato preparato dagli stessi comuni, che hanno indicato le priorità di intervento. Domani si discuterà della bozza del nuovo bando per acquistare le case invendute, la legge ha allargato le maglie rispetto al precedente. “Stiamo vedendo un’ottantina di appartamenti in venticinque comuni, il nuovo dovrebbe uscire entro la prossima settimana – ha detto Spuri – per il primo sono arrivate mille offerte. Questo permetterà di acquisire al patrimonio dell’edilizia pubblica anche case già usate, in classe energetica anche C e D, purché in regola con la normativa antisismica del 1996. Le casette devono essere l’ultima spiaggia. Se ci sono comuni che hanno edifici di proprietà da cui ricavare appartamenti, che lo facciano entro il prossimo 31 dicembre. Ad esempio Bolognola rimetterà a posto l’ex caserma della forestale, ricavando tre appartamenti per gli sfollati ed altre strutture, questo consentirà di ridurre il fabbisogno di casette da venti a sette”.

Berrè_Spuri_Foto-LBSpuri ha disegnato un quadro complesso ed in continuo divenire, esortando i Comuni a fare la loro parte: “Siamo ancora in una fase di grande emergenza, l’ufficio speciale per la ricostruzione aiuta anche in questa fase impiegandovi circa il 70 per cento del proprio personale, ma ciò non può andare a discapito della ricostruzione. Ci sono ancora 5mila persone negli alberghi e ventimila che prendono il contributo di autonoma sistemazione. Sei mesi soltanto dalle scosse più devastanti, non sono sufficienti per creare quello che vorremmo ci fosse, cioè solo il lavoro di fare le pratiche ed aprire i cantieri. Questo è l’anno in cui dobbiamo riportare le persone vicino ai propri affetti ed alle proprie attività”. Spuri ha poi affermato che c’è stata una parziale correzione di rotta, rispetto alla gestione centralizzata dei primi decreti dopo il 24 agosto, spiegando come Comuni e Province abbiano maggiore potere operativo, per questo agli enti locali sono state assegnate 217 unità di personale in più. I Comuni saranno i soggetti attuatori della ricostruzione e avranno poteri di pianificazione. Per gli insediamenti provvisori delle casette dovranno essere urbanizzate nei prossimi mesi 79 aree, “un impegno enorme, in gran parte affidato ad imprese locali marchigiane”, ha detto Spuri. Il direttore dell’Ufficio per la ricostruzione ha fatto l’esempio di Vallinfante di Castelsantangelo sul Nera, dove la zona a rischio da diversi punti di vista, richiederà uno spostamento della ricostruzione. “Stanno per uscire i criteri con cui i comuni potranno affidare la microzonazione sismica di terzo livello, per cui avranno un mese di tempo per dare gli incarichi” ha detto Spuri.

seminario-ricostruzione-pesante-confartigianato_Foto-LB-7-325x217Un altro aspetto riguarda la perimetrazione delle unità minime di intervento di cui si discuterà martedì a Roma, per cui occorrerà una “pianificazione puntuale”, secondo Spuri, degli insediamenti provvisori. “L’ordinanza 19 è molto corposa e la stiamo digerendo in tutti i suoi aspetti – ha continuato Spuri – mette in moto risorse importanti e progetti complessi, il termine del 31 dicembre potrebbe non essere semplice da rispettare, ha carattere ordinatorio. Non dobbiamo soltanto tenere conto della riparazione degli edifici ma della prosecuzione del tessuto sociale ed economico”. Sulle attività produttive e commerciali sono state 560 le domande di delocalizzazione, “il nostro obiettivo è di dare soluzione entro quest’anno, si devono valutare le delocalizzazioni, magari prima si procede ad una messa in sicurezza per poi valutare un intervento più corposo e restare dove si era”. Spuri ha fatto l’esempio dei centri commerciali in cui si sono messe insieme le attività economiche di Tolentino, Camerino, Visso, Ussita e Pievebovigliana. “La ricerca spasmodica di singoli regolamenti e passaggi precisi costituisce un elemento di debolezza, come affermato in un recente convegno a Jesi dal procuratore di Perugia, servivano meno regole, più essenziali e con sanzioni più severe. Faremo una serie di incontri per informare su tutti gli aspetti”. Gli artigiani presenti hanno evidenziato una serie di problemi, dal mancato pagamento a tre mesi dal termine dei lavori di messa in sicurezza, dalla mancanza di informazione nelle banche locali sui conti di appoggio, alle difficoltà per le piccole imprese edili locali, prive della certificazione Soa, di partecipare alle gare per lavori oltre la soglia dei 150 mila euro. Spuri ha precisato che la ricostruzione di case aprivate ed attività produttive passerà attraverso gli sportelli Suap (sportello unico attività produttive), invitando a fare consorzi tra diverse unità abitative per i cantieri. Renzo Leonori, presidente di Confartigianato Macerata ha evidenziato il momento difficile per le piccole imprese, Pasquale Bernacchia del servizio attività produttive della Regione Marche ha chiarito gli aspetti tecnici, relativi ai finanziamenti disponibili.

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