di Federica Nardi
“Servono case diverse rispetto a com’erano costruite prima del terremoto. Combatterò per il mio territorio, non sarò uno Schettino (il capitano della Costa concordia affondata nel 2012 di fronte all’Isola del Giglio, ndr)”. Così il sindaco di Ussita, Marco Rinaldi, che ha lanciato la sfida agli altri primi cittadini di tutta la provincia a “unire le forze per cominciare subito la ricostruzione. Chiedo unità da parte della popolazione maceratese per la ricostruzione. È un dovere morale”. Rinaldi è intervenuto oggi pomeriggio durante l’incontro “A sei mesi dal sisma: la rabbia e l’orgoglio”, organizzato dall’associazione degli Scudi nella sala Castiglioni della biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata. “Dal 24 agosto fino a ottobre il territorio di Ussita è cambiato continuamente – ha detto Rinaldi -. Bisogna fare la microzonizzazione sismica di livello tre. Ma per questo non si può chiamare il geologo di famiglia, serve un coordinamento dello Stato.
Così come ho fatto costruire gli uffici comunali che, non ci illudiamo, serviranno per i prossimi 10 anni, se mi avessero detto di fare le casette questa sera vi avrei invitato a fare la colazione di Pasqua a Ussita”. Rinaldi, poi, sulla protesta delle fasce tricolori lanciata dal sindaco di Caldarola ribatte: “non sono d’accordo perché far arrivare i commissari nei nostri Comuni vuol dire fare il gioco del nemico. Sono stato eletto dalle persone e combatterò per loro. Di me non potranno dire che sono uno Schettino. La gente ha avuto paura e non vuole più tornare in abitazioni com’erano prima del sisma. Le persone vogliono stare in una casa, non in una cassa. Il problema che non si comprende è che mantenere l’entroterra vivo è un dovere della società, altrimenti avremo ricadute negative su tutto ciò che sta a valle”. In apertura dell’incontro, a introdurre i temi della rabbia e dell’orgoglio, scelti non a caso citando la scrittrice Oriana Fallaci, è stato Fabio Pistarelli, presidente dell’associazione degli Scudi. Il primo tema è stato affidato al giornalista Carlo Cambi, che ha ripercorso le promesse mancate di questi mesi da parte della politica, puntando il dito contro il mega appalto che nel 2014 ha affidato in modo preventivo le soluzioni abitative d’emergenza a un’unica ditta: “Non ci si poteva svincolare da questa commessa? – chiede Cambi – Ma questa domanda doveva farla il presidente della Regione, Luca Ceriscioli. È passata l’idea che il terremoto fosse un’invenzione mediatica. Mi tocca la parte della rabbia ma avrei voluto che questa parte la facessero le istituzioni.
Macerata deve mettersi alla testa dell’emergenza terremoto e chiedere che ci venga restituita la dignità di una popolazione. La rabbia che proviamo è fondata sulla certezza dell’inganno. Che le ricostruiamo a fare le scuole se non riportiamo le comunità? Comunità che tra l’altro sono lì dall’ottavo secolo e che sono fondamentali per l’ambiente appenninico e per l’economia”. Sul fronte più tecnico ma non meno urgente dell’aspetto fiscale e tributario gli ha fatto eco il docente Unimc Giuseppe Rivetti, autore insieme a Rinaldi e all’università di Macerata della proposta, che ha ricevuto l’appoggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di una “no tax area” per l’entroterra ferito dal sisma, attualmente all’attenzione del Consiglio dei ministri. “Bisogna smettere di considerare il diritto dell’Unione europea immutabile – ha detto Rivetti – Se un’ipotesi è buona e serve a risolvere un problema, soprattutto in un caso eccezionale come quello del sisma, non si può rispondere che è in contrasto con le norme europee. Vuol dire che sono le norme da modificare”.
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