Visso, rischio allagamenti
allarme per piogge e
aumento delle temperature

MALTEMPO - Il comune dei Sibillini è coperto da una spessa coltre di neve. Disagi sulle strade, chi vive in frazione Molini deve fare 40 chilometri per arrivare in centro

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Mezzi di soccorso al lavoro a Visso

 

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Pioggia ed un aumento delle temperature con le massime che domani raggiungeranno gli otto gradi. A Visso preoccupa il rialzo termico che potrebbe causare un repentino scioglimento della grande massa di neve caduta in paese e nelle frazioni. Al terremoto, lo scioglimento del manto nevoso, rischia di aggiungere l’allagamento di una parte del centro storico. A seguito della crisi sismica gran parte delle sorgenti in quota sono in secca, quelle a fondovalle hanno incrementato vistosamente la loro portata, la frana lungo la Valnerina, a un chilometro e mezzo da Visso, ha creato un laghetto, inoltre vi è un innalzamento del livello dei fiumi a monte. Se a questo si aggiungerà lo scioglimento delle nevi, i corsi d’acqua aumenteranno la loro portata, con possibili esondazioni ed allagamenti di quella parte di paese che ancora resiste. Visso sorge sulla confluenza del fiume Nera e del torrente Ussita ed è già stata scenario di un allagamento nel 1856 in cui addirittura per risolvere dei problemi “strutturali” del territorio si arrivò a spostare il corso del fiume smontando una chiesa e degli antichi palazzi. Se le previsioni del tempo saranno pienamente verificate, con la pioggia ed uno scioglimento rapido della neve, si rischia seriamente l’allagamento di parte del centro storico, con la conseguente evacuazione di chi è rimasto ad abitare in zona. Il paese resta spaccato in due dalla frana lungo la Valnerina, le vie di comunicazioni dirette sono impraticabili. A sud della frana c’è il centro storico devastato dal terremoto come un bombardamento di massa, con un nucleo che resiste, sia gli irriducibili in roulotte sia la zona del presidio di Croce rossa e vigili, dove si trova il Comune e tutto il quartier generale dell’emergenza. Tante le difficoltà sulle strade. Chi vive in località Molini deve fare un tragitto lungo 40 chilometri e quasi due ore di auto per raggiungere il paese: una petizione on line per riaprire la strada verso l’Umbria ha raccolto oltre 20mila firme. Ci sono ancora delle frazioni isolate, restano gli allevatori a presidiare il territorio montano, c’è chi è senza medicine e acqua per il bestiame, i mezzi comunali, della Protezione civile, la Cri, i volontari e le forze dell’ordine si sono organizzati per raggiungere le varie frazioni, ci sono capi di bestiame che stanno morendo. “Siamo riusciti a raggiungere Cupi, isolata da un muro di neve alto tre o quattro metri ieri sera alle 18,40 – racconta Fabio Di Pietrantonio, agricoltore di Belforte che effettua lo sgombero neve per la Provincia – è stato difficilissimo, ad un certo punto ci mancava il gasolio ma ce lo siamo andati a prendere. Abbiamo lavorato senza sosta con la motopala ed i dipendenti, proprio perché l’azienda agricola di Cupi era in emergenza, mancava il mangime e l’acqua. Gli anziani che vivono qui mi hanno detto che una nevicata così, con tutta questa neve insieme, non l’hanno mai ricordata”. Anche Di Pietrantonio ha avuto danni alla sua azienda agricola a Belforte, l’altra notte il peso della neve ha fatto crollare il tetto della stalla, ma le 400 pecore all’interno si sono salvate. “Io cerco di aiutare gli allevatori, gli porto anche il latte, ma si deve fare presto, altrimenti c’è il rischio che gli animali non sopravvivano”, conclude. In quota le sorgenti sono rimaste a secco, la neve è un muro di oltre il metro, in certi punti con accumuli fino a quasi tre metri. Questa mattina il sindaco Giuliano Pazzaglini e gli uomini dell’emergenza erano impegnati a portare medicinali nelle frazioni, ma a causa della chiusura della Valnerina sono dovuti passare da Colfiorito, ieri sera si è riusciti a raggiungere anche Rasenna, isolata a causa di una slavina.

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