L’ingresso interdetto al centro storico di Ripe San Ginesio
Il sindaco Paolo Teodori si confronta con due volontari liguri del gruppo degli alpini che presidiano il paese da oltre 20 giorni. Il loro impegno è stato molto apprezzato da tutti i cittadini
di Marco Ribechi
La ricetta per ripartire dopo il terremoto arriva da Ripe San Ginesio. Il borgo di circa 870 abitanti riaprirà il centro storico già nei prossimi giorni e l’amministrazione sta cercando di riprogrammare il modo di abitare e pensare il paese. Anche qui il sisma ha portato distruzione e paura: dal 24 agosto sono state evacuate circa 100 persone, sono crollate almeno 15 case di campagna, la chiesa di San Michele è stata fortemente lesionata ed è inagibile tanto che per precauzione è stato smontato il campanile, la sede dell’ex scuola, dove alloggiavano tutte le associazioni, è in condizioni critiche, due strade comunali si sono abbassate notevolmente e il ponte di accesso alla città funziona solo a senso alternato. Nonostante tutto però il sindaco Paolo Teodori non perde l’ottimismo ed è già al lavoro per riaprire il prima possibile le vie del centro, attualmente tutte off limits. Hanno invece resistito perfettamente il palazzetto dello sport, utilizzato per l’immediata emergenza, e la scuola dove negli anni passati erano stati saggiamente investito oltre un milione di euro.
Una zona del paese a rischio crolli
«Il nostro borgo fortunatamente è stato colpito in misura minore rispetto anche ad altri paesi limitrofi – spiega Teodori – Col pensiero sono molto vicino ai luoghi dell’epicentro, dove ci sarà molto da lavorare e non è possibile ripartire subito. Noi però abbiamo deciso che non possiamo piangerci addosso, dobbiamo rimetterci in moto immediatamente, guardare al futuro e superare la paura». Gli sfollati di Ripe San Ginesio sono rimasti nel territorio comunale e già nei prossimi giorni rientreranno tutti nelle loro case. «Siamo riusciti a sistemare i nostri cittadini in condizioni ottimali – prosegue il sindaco – il vero problema è però la paura, tante persone prendono farmaci e c’è molta rassegnazione. Per questo facciamo degli incontri settimanali in cui spieghiamo come superare il trauma. Devo dire che però è nata molta solidarietà ed è proprio da questo spirito di aggregazione che vogliamo proporci come modello, seguendo l’esperienza di Borgo Futuro, il festival che ogni luglio propone nuovi modi di abitare i paesi».
Una casa messa in sicurezza
Il nodo da affrontare secondo Teodori è proprio il pericolo dello spopolamento. «In un certo senso il terremoto da noi già c’era – aggiunge il primo cittadino – i paesi come il nostro rischiano di svuotarsi, di essere abbandonati. Abbiamo fatto di tutto per riaprire immediatamente le piccole attività come il bar e il forno. Sono piccole economie fondamentali che non possono permettersi di restare chiuse. Vogliamo essere un baluardo, un modello per tutte le aree dove sarà necessario ricostruire, la ripartenza deve iniziare proprio dall’abitare. Ad esempio noi siamo stati costretti a rinunciare alla mostra nazionale dei presepi che porta ogni anno un indotto di circa 65mila euro, una bella cifra per un paese di meno di mille abitanti. Queste cose non devono più succedere, per questo chiedo ai miei cittadini di non adagiarsi, se ci fermiamo siamo perduti».
Il sindaco nel bar del paese mentre parla con alcuni concittadini
Secondo Teodori una volta superata la catastrofe è il momento di ragionare per un nuovo tipo di ricostruzione che sia anche sociale, culturale ed economica. «Ripartiamo da zero – spiega il sindaco – e Borgo Futuro sarà il nostro faro guida. Vogliamo assegnare gli spazi del centro gratuitamente a artigiani e artisti che possano portare un valore aggiunto con la loro attività. Cercheremo di portare start up nuove, incrementeremo la ricettività con un modello di albergo diffuso. Negli anni passati abbiamo già trasformato in parte il borgo piantando un bosco, riconvertendo una cava che era ormai una discarica in un luogo per eventi che può ospitare oltre 2mila persone. Ho intenzione di inserire un’illuminazione pubblica a led e grazie all’impianto fotovoltaico che abbiamo già installato l’obiettivo è produrre più di quello che consumiamo. Voglio mostrare che la qualità di vita in un borgo come questo può essere un’alternativa ai centri commerciali, all’ansia della società moderna».
Il sindaco spiega ai due amici alpini la ricetta per ripartire
In cantiere c’è anche l’idea di attrarre giovani agricoltori e di creare un percorso artistico attorno alle mura cittadine con le opere dei grandi scultori moderni come Tulli, Craia e Peschi già presenti all’ingresso della città. «Quest’anno Borgo Futuro, che si svolgerà a luglio, sarà dedicato alla ricostruzione – conclude il sindaco – La distruzione con tutte le sue problematiche, deve essere superata e bisogna mettersi in moto senza ripetere gli stessi sbagli, sfruttando il patrimonio che abbiamo e sviluppando le tante opportunità che si presenteranno per ricostruire non solo le architetture ma uno stile di vita sano che parta proprio dai piccoli borghi e dalla convivenza pacifica e sostenibile dei loro abitanti. Il borgo può essere un modello di vita che attira visitatori alla ricerca della pace interiore, del buon cibo, dell’ospitalità e dell’umanità dei suoi abitanti».
Il ponte funziona a senso unico alternato
La nuova pinacoteca
Il barista del paese
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati