di Claudio Ricci
“Crediamo che il modo migliore per aiutare le Marche sia visitarle e cogliere le occasioni che gli eventi in corso in questo periodo come le grandi mostre di Osimo, Loreto, Senigallia, Ancona e Urbino e i mercatini natalizi dei borghi storici e città d’arte della provincia di Pesaro-Urbino – tutti territori lontani dai luoghi del sisma- sanno offrire”. Recita così una lettera inviata nei giorni scorsi dall’ufficio Commercio, turismo, cultura e internazionalizzazione della Regione agli operatori della ricettività. Un accento, quello posto sulla visita ai territori “lontani dal sisma” elencati con dovizia di dettagli sui vari eventi, che non è sfuggito agli operatori maceratesi già messi in ginocchio da una netta flessione della domanda turistica. Le proteste si sono levate soprattutto da gestori di attività di quei centri della provincia che pur colpiti dal sisma non hanno riportato conseguenze tali da compromettere la ricettività e che ora stanno pagando il prezzo della paura per il terremoto. Tra questi sono molti quelli del capoluogo e dintorni.
“Gli uffici della Regione – dice il consigliere comunale Roberto Cherubini gestore di un bed & breakfast – che dovrebbero incentivare il turismo hanno diramato un e-mail vergognosa ai potenziali turisti delle Marche evidenziando come le zone consigliate siano lontane dal sisma. Questi signori non hanno alcuna idea della situazione di Macerata e di altre città non lontane dal sisma che possono tranquillamente ospitare turisti senza alcun pericolo per la loro incolumità. Spero davvero che i nostri amministratori prendano provvedimenti in merito a questa mail che reputo inaccettabile”. Gli operatori in tutti i modi stanno cercando di promuovere l’offerta turistica attraverso formule innovative e solidali come il turismo attivo e la vendita di prodotti tipici delle aziende colpite.
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Che schifo, invece di incentivare il turismo da noi ci snobbano. È una vergogna, così come spostare tutte le nostre opere d’arte nelle altre province e regioni. Abbiamo tanti luoghi non lesionati, perché portare via la nostra ricchezza?
Purtroppo il turismo regionale “istituzionale” si ferma dalle parti di Urbino e Ancona.
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Tutto il flusso tiristico che si intercetta nel resto della Regione (con enormi fatiche e dispendio di energie e soldi privati) è dovuto solo al lavoro di tanti “piccoli imprenditori” che (SENZA aiuto alcuno) si impegnano a pubblicizzare (in mille forme e modi) anche il resto della Regione, che ha tanto da poter dare e tanto da far vedere…