Sisma, emendamento di Baldelli:
“Un miliardo dal fondo infrastrutturale”

Il vice presidente della Camera, in collegamento con la conferenza di Fi sul no al referendum ha annunciato proposte di modifiche alla legge di bilancio con gran parte delle risorse da destinare ai terremotati. Il capogruppo regionale Jessica Marcozzi attacca: "Assoluta assenza del Governo nel gestire e accelerare le pratiche burocratiche". La coordinatrice provinciale Lorena Polidori: "No alla propaganda elettorale sul referendum per rispetto di chi ha subito il dramma"

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Daniele Berardinelli, Pietro Celani, Umberto Trenta, Jessica Marcozzi e Lorena Polidori stamattina in conferenza ad Ancona

Il vicepresidente della Camera Simone Baldelli (Forza Italia) ha presentato un emendamento all’articolo 21 della legge di bilancio 2017, dedicato alle infrastrutture, per chiedere che un miliardo del Fondo per gli investimenti infrastrutturali, dell’importo totale di 1,9 miliardi, venga destinato alle aree colpite dal terremoto. Lo ha annunciato Baldelli stesso intervenendo telefonicamente alla conferenza stampa del gruppo di ForzaItalia in Consiglio regionale su terremoto e referendum. “Ho chiesto che almeno un miliardo venga destinato alle zone terremotate – ha detto – per le infrastrutture, l’edilizia scolastica e interventi per il dissesto idrogeologico. La Camera ha approvato all’unanimità una mia risoluzione per destinare il risparmio annuale del parlamento, pari a 47 milioni di euro, ai terremotati”, ha ricordato Baldelli.

Presenti oggi ad Ancona il capogruppo regionale Jessica Marcozzi, il consigliere Piero Celani, i coordinatori provinciali di Ancona, Macerata e Pesaro, Daniele Berardinelli, Alessandro Bettini e Lorena Polidori e il consigliere comunale di Ascoli Umberto Trenta.

Linea sobria sulla campagna referendaria quella dettata dalla coordinatrice provinciale di Macerata Lorena Polidori: “Sul sisma siamo il territorio maggiormente colpito con danni enormi. Invito tutte le istituzioni alla migliore gestione possibile del post-sisma. Per rispetto di chi ha subito il dramma, Forza Italia, pur essendo per il no al referendum, non effettuerà propaganda. Come coordinatrice provinciale sono estranea a iniziative che vanno nel senso opposto”.

Il capogruppo regionale Jessica Marcozzi attacca il Governo sui provvedimenti adottati per il sisma: “Nelle Marche abbiamo 122 Comuni coinvolti e seriamente danneggiati con migliaia e migliaia di persone sfollate e assistite. A questo il Governo risponde con un’assoluta assenza nel gestire e accelerare le pratiche burocratiche nonostante molti sindaci chiedano proprio un’accelerazione suffragata dalla situazione emergenziale in cui viviamo. Non ci sono tempi certi sulla ricostruzione, non ci sono provvedimenti propedeutici all’immediata ripresa economico-sociale delle terre e delle popolazioni colpite dai terremoti. Nessun piano di rilancio del turismo e delle attività produttive nei Comuni colpiti. Nulla. Anzi, ingiustizie. Non posso non pensare a città come Fabriano o Recanati, Fermo, Montegranaro, Sant’Elpidio a Mare. Escluse dal cratere. E’ il chiaro segnale di come la politica di centrosinistra sia sempre più distinta e distante dalla gente. Sul referendum FI dice no. Si tratta di una finta riforma che comporta solo un decimo del risparmio spacciato dal premier Renzi, e si ridurrebbero le Regioni a enti amministrativi senza alcun potere decisionale”.

“Sul sisma che ha colpito territori fatti di persone con un fortissimo senso di appartenenza, servivano degli alloggi stabili per evitare che i territori non si svuotassero – ha detto il consigliere regionale Piero Celani –  Non è stato fatto e a questo punto il danno è irreparabile. Le ragioni del no al referendum sono tantissime. Ne dico una: riduce fortemente gli spazi di partecipazione democratica dei cittadini. Vengono a mancare i luoghi decisori. I cittadini non potranno più scegliere i suoi rappresentanti politici, non potranno più proporre referendum consultivi o leggi di iniziativa popolare dove la raccolta di firme minima passa da 50 mila a 150 mila. Questa la sintesi per dire no a un referendum invotabile”.

 

 



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