La via d’accesso al centro storico di Tolentino transennata
I commercianti stamattina nella sede di Confartigianato
di Federica Nardi
Sono le 13,30 e Tolentino a più di una settimana dal sisma è una città deserta. Tra i pochi che si aggirano nel centro storico, ancora parzialmente chiuso al traffico, ci sono operai, ingegneri, architetti, tutti con il caschetto. Ma ci sono anche le porte aperte di tanti bar, ristoranti e negozi che non mollano anche se «chi ha riaperto si è accorto che lo fa solo per pagare le bollette», dice Chiara Marchetti, titolare di uno dei negozi del centro che stamattina insieme a un piccolo esercito di commercianti ha raggiunto la sede di Confartigianato, nella zona industriale di Tolentino, per scrivere nero su bianco in un modulo distribuito all’ingresso i problemi di chi, come lei, crede in una città che si sta spegnendo a causa dei danni e della paura. Il problema più grave è per chi ha il negozio agibile, resta aperto per non far morire la città ma non avrà un solo euro di rimborso per i mancati incassi.
Il sindaco Giuseppe Pezzanesi insieme ai commercianti
«Il nostro respiro – dice Marchetti – sono gli incassi natalizi, ma ora ci sono 10mila persone deportate verso la costa e un centro chiuso. Certo nessuno si aspettava quello che è successo, non eravamo preparati a un’emergenza simile». Con lei anche Rossella Abbati, che ha il negozio in un palazzo antico che ora però non si sa se è agibile: «Io ci credo in Tolentino – dice Abbati – Per questo abbiamo proposto al sindaco Giuseppe Pezzanesi di spostare temporaneamente i negozi del centro da un’altra parte per poi tornare quando sarà tutto sistemato. Senza un piano b, se aspettiamo solo il decreto, a dicembre non ci arriviamo». Domenico Sileoni invece gestisce un ristorante che non ha subito danni ma ha perso «il 90 percento degli incassi – racconta –. Noi siamo aperti per dare un servizio, abbiamo anche abbassato i prezzi e sfamiamo chi lavora. Ma domenica sera avevo solo una persona nel ristorante e 4 dipendenti da pagare». «Non voglio chiudere – dice Ombretta Nerpiti, che ha un negozio di parrucchiera – Sono disponibile anche per chi non ha tanti soldi ma le spese sono tante». La loro è una battaglia che però non combattono da soli. «Il temporale è alle porte e i provvedimenti monchi – dice il sindaco Pezzanesi – ma la nostra è una lotta civile per capire che serve il rimborso anche per il mancato incasso. Questo è il grido di centinaia di attività che potrebbero chiudere, sarebbe la morte. Come vivono commercianti e dipendenti senza sostegno ai loro redditi?». Così anche l’assessore Orietta Leonori: «Tolentino è la città più grande che ha subito il terremoto. Punteremo l’attenzione sui mancati incassi e chiederemo delle modifiche al decreto».
Ombretta Nerpiti e Domenico Sileoni
Ma qualcosa nel decreto e nei bilanci delle associazioni di artigiani e imprese c’è e sarà messo a disposizione di chi ne ha bisogno. Come hanno spiegato stamattina per Confartigianato il vicesegretario Giorgio Menichelli, la responsabile area lavoro Cinzia Marincioni, la responsabile area fiscale Mirella Ascani, il presidente provinciale Renzo Leonori, il presidente di Tolentino Fabio Mazzocchetti, il direttore della Coop Pierucci Pino Tesei e Tiziana Bonfigli del patronato Inapa. Per i lavoratori delle imprese dei Comuni colpiti dal sisma del 24 agosto il decreto prevede diverse possibilità. Per le piccole imprese artigiane e commerciali è prevista una cassa integrazione straordinaria per 4 mesi, anche se la procedura per chiederla deve essere ancora definita dalla Regione. Per le imprese industriali invece è prevista la cassa integrazione ordinaria per eventi meteo e la cassa integrazione straordinaria. In entrambi i casi la durata non viene conteggiata nei limiti massimi previsti dalla legge. Per le imprese di altro tipo con più di 5 dipendenti e iscritte al fondo integrativo dell’Inps ci sono l’assegno ordinario e l’assegno di solidarietà. Per chi ha dovuto sospendere l’attività a causa del sisma viene prevista un’indennità (versata solo una volta) di 5mila euro ma anche in questo caso la Regione deve definire le procedure per accedere al finanziamento. Discorso a parte per le imprese iscritte all’ente bilaterale artigianato Marche (Ebam), che ha in bilancio le risorse per rimborsare in tempi brevi i danni subiti a causa del sisma per ricominciare a lavorare con un contributo che arriva, per il momento, fino a 8mila euro.
Chiara Marchetti e Rossella Abbati
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Tolentino ! Uno dei paesi più belli che ho visto