di Claudio Ricci
«Le mani di Gesú sono i cristiani che si danno da fare. I suoi piedi sono quelli di chi cammina tra le macerie alla ricerca di chi ha bisogno d’aiuto». E’ tutto per i terremotati, gli sfollati, le vittime di un sisma che pur non avendo fatto morti ha squarciato la provincia il pensiero del vescovo Nazzareno Marconi nella messa di Ognissanti ai giardini Diaz di Macerata.
«Sono in mezzo a voi e sono orgoglioso di questa forza – ha scandito il vescovo davanti alle centinaia di fedeli giunti nel parco urbano per la celebrazione spostata qui dopo la chiusura delle chiese cittadine – in questi giorni ho fatto il giro dei vari punti allestiti per la notte e per dare conforto. Sono stato soprattutto a Tolentino. Ho visto persone straordinarie. Una donna che con altre volontarie si é preoccupata di preparare un minestrone con prodotti freschi invece di quelli surgelati».
Tra i presenti il sindaco Romano Carancini
Quindi il riferimento alle beatitudini tema centrale dell’omelia di Ognissanti:«La prima cosa che ci dicono é beato chi é nel pianto perché verrá consolato. il Signore sta al fianco di chi soffre e non manda disgrazie. Ci é vicino con il suo spirito ma anche attraverso l’aiuto dei fratelli. Il cristiano si rimbocca le maniche e aiuta. Noi vogliamo essere vicini ai fratelli della diocesi, della provincia e della Regione che in questo momento stanno soffrendo. Chiediamo l’aiuto del Signore e facciamoci forza l’uno con l’altro». Infine un appello ai giovani perché «adano a Porto Recanati a consolare ed ascoltare i loro coetanei dei centri colpiti ospitati nei camping». Il vescovo stamattina ha invitato ai fedeli alla recita giornaliera dell’Angelus. Sono confermate per domani, giorno dei morti, le messe delle 10,30 e delle 15 al cimitero di Macerata.
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