L’uscita del feretro
Ermanno Pupo
di Federica Nardi
«Chiedo che l’uscita della superstrada di Tolentino sia intitolata a Ermanno Pupo, se nei prossimi 30 anni avremo meno morti per andare da qui a Foligno sarà anche merito suo». Così l’ex senatore Mario Baldassarri dal pulpito della concattedrale di San Catervo di Tolentino che saluta per l’ultima volta uno dei pionieri della Quadrilatero. Pupo si è spento venerdì, all’età di 76 anni, a causa di una malattia che ne aveva minato il corpo ma non lo spirito (leggi l’articolo). «Presidente io mi metterò a disposizione fino all’ultimo giorno», aveva detto a Gianluca Pesarini all’indomani della sua elezione al vertice di Confindustria Macerata, lui che era stato direttore anche prima che l’associazione avesse questo nome. Un uomo che oggi una regione intera piange e celebra a Tolentino. Al funerale di Pupo non manca nessuno: il mondo politico (c’è anche l’ex presidente della Regione Gian Mario Spacca), economico, gli amici, i familiari, tutti vogliono tenere vivo il ricordo di un uomo che ha cambiato il volto del centro Italia.
La concattedrale di San Catervo per l’ultimo saluto a Ermanno Pupo
«Quando saliremo per Colfiorito – ha detto l’amico Evio Hermas Ercoli, direttore artistico di Biumor – e supereremo il limite di quei monti che chiudevano la nostra terra, percorreremo la superstrada che ha realizzato Ermanno. Ha lavorato fino all’ultimo giorno per noi. Se riusciremo a far bene una cosa e avere quel rispetto del bene comune e la sua onestà intellettuale nel rispettare anche gli altri, se faremo tutto questo allora la mano dell’amico, del fratello, dell’uomo importante, si appoggerà sulle nostre spalle e ci spingerà avanti».
Gli ex dipendenti lo ricordano come «una persona speciale, che quando la incontravi ti sentivi privilegiato. Noi siamo figli a cui ha insegnato tutto senza dire niente. Da 21 anni se n’era andato da Confindustria ma per noi era sempre il direttore. La porteremo nel cuore, il posto dove non si muore mai».
Il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi ne parla come compagno «di una lunga strada condivisa, tracciata da lui. Abbiamo gioito e sofferto credendo sempre nella libertà, nella democrazia e nell’abdicazione per il prossimo». Anche il parroco Gianni Cararo, di fronte alla fine di una vicenda umana così ampia e significativa per l’intero territorio, ha ricordato «che i cristiani lasciano delle orme e così fanno la storia della salvezza. Facciamo memoria delle testimonianze ricevute e camminiamo sulle orme di chi ha già tracciato la strada».
A destra: Gian Mario Spacca all’uscita della cattedrale
Da sinistra: Francesco Comi e Mario Baldassarri
Al centro il sindaco di Tolentino Giuseppe Pezzanesi
Al centro il presidente di Confindustria Macerata Gianluca Pesarini
Al centro Fabrizio Romozzi, direttore generale della Quadrilatero
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