“Il parroco dice messa a casa sua,
105 sfollati su 800 abitanti”:
ecco Gualdo a un mese dal terremoto

SISMA - Nel piccolo centro dell'entroterra tutte le chiese sono inagibili così come la maggior parte delle abitazioni. Il sindaco Zavaglini: "Non possiamo neanche celebrare un funerale". Vigili urbani da Mantova per i controlli contro lo sciacallaggio, due dormono nelle tensostruttura adibita a scuola

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Il sindaco di Gualdo Giuseppe Zavaglini indica i danni in centro storico

Il sindaco di Gualdo Giovanni Zavaglini indica i danni in centro storico

Danni nel centro storico di Gualdo

Danni nel centro storico di Gualdo

 

di Federica Nardi

A Gualdo, uno dei comuni maceratesi senza più chiese dopo il sisma del 24 agosto, il parroco dice messa a casa sua e i vigili sono arrivati da Mantova per dormire nella tensostruttura della scuola e vegliare contro gli sciacalli in agguato. «Speriamo che qualcuno ci ascolti perché siamo piccoli e da soli, questa volta, non ce la possiamo fare», dice il sindaco Giovanni Zavaglini che a un mese dal terremoto è ancora alle prese con la conta dei danni, «in costante aumento». I sopralluoghi dei tecnici regionali sono cominciati il 19 settembre. «Abbiamo 400 richieste di verifica nelle abitazioni – dice il sindaco – Dalle prime 51 schede Aedes (che indicano la situazione strutturale delle case, ndr), risulta che meno della metà delle case sono agibili. Un bilancio pesantissimo: su 800 abitanti 105 persone sono state evacuate, hanno tutte scelto l’autonoma sistemazione». E ai danni si aggiunge la preoccupazione per lo sciacallaggio. Sia qui che a San Ginesio adesso, di notte, ci sono i vigili urbani della polizia di Mantova a vegliare sul territorio. «Due di loro – dice Zavaglini – dormono nella tensostruttura che usiamo come scuola in attesa dei moduli».

Un'aula sotto la tenda

Un’aula sotto la tenda

Bambini a scuola in tenda a Gualdo

Bambini a scuola in tenda a Gualdo

Un’attesa che al momento non ha una data certa di scadenza: «I moduli dovrebbero arrivare nel giro di una ventina di giorni». I 39 alunni di Gualdo, nel frattempo, «vanno a scuola in tenda senza problemi, hanno capito la situazione» (leggi l’articolo). Il centro storico, invece, «è devastato. Le famiglie che restano si contano sulle dita di una mano. Abbiamo chiuso un tratto di via Leopardi e di via Borgo, abbiamo dovuto transennare tanti palazzi». E delle cinque chiese di Gualdo nemmeno una è agibile. «Il parroco dice messa a casa sua, come facciamo se muore qualcuno e dobbiamo fare un funerale? Fuori fa freddo». In qualche abitazione «i tecnici – racconta Zavaglini – non sono nemmeno potuti entrare perché c’è un rischio altissimo di crollo. Uno dei due ristoranti, “Da Ciccò”, è stato chiuso per inagibilità». E anche le case illese subiscono l’effetto domino del sisma. Si chiama “pericolo esterno” ed è una delle piaghe dei centri storici del Maceratese, dove «si dà l’inagibilità a un appartamento solo perché quello accanto e gravemente lesionato», dice Zavaglini, che rilancia il suo appello alle istituzioni: «I danni non sono paragonabili a quelli del 97, noi siamo piccoli e abbiamo pochissimi mezzi a disposizione. Contiamo molto sulla presenza dello Stato».

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