di Maurizio Verdenelli
(Foto di Luciano Carletti)
«Un dio non buonista che ci chiede di lottare contro l’ingiustizia e contro la spirale dell’illegalità. Ci chiede di metterci in gioco e di spezzare la logica dello sfruttamento e dell’avidità». Parola del vescovo di Ascoli, monsignor Giovanni d’Ercole, nell’omelia che ha ricordato ad un mese di distanza le vittime del terremoto di Arquata. Tanti nomi, letti ad uno ad uno, che hanno suscitato nell’assemblea un momento prolungato di viva emozione. E al momento della pace la presidente della Camera, Laura Boldrini, non ha potuto trattenere commozione ed una lacrima. «Un bel discorso, soprattutto quello ritenuto al senso di dolore che diventa impegno per la ricostruzione e la rinascita» ha commentato il governatore delle Marche Luca Ceriscioli: «E sono molto contento di poter constatare un impegno che è sicuramente desideroso di una rapida ricostruzione. Il governo da parte sua sta viaggiando come un treno, bruciando le tappe veloci della ricostruzione in Emilia Romagna e di 19 anni fa nella nostra regione». Un lungo abbraccio, inoltre, tra Ceriscioli e Mauro Falcucci, sindaco di Castesantangelo sul Nera. «Ti prego, Luca, di fare il possibile per la mia cittadina che soffre danni spaventosi. In particolare ti chiedo di far passare nella giurisdizione dell’Anas la strada provinciale che ci allevierebbe di un gravissimo onere soprattutto in inverno con la neve quando è necessaria la pulizia». Assicurazioni, Mauro Falcucci le riceve anche dal capo della protezione civile l’ingegner Fabrizio Curcio. Un lungo abbraccio anche in questo caso a dimostrazione di un impegno solidale e concreto. A Ceriscioli, l’ex sindaco “del terremoto”, il serravallese Venanzo Ronchetti, ha chiesto anche che venga completata la ricostruzione post sisma ’97, di cui tra due giorni ricorre il 19esimo anniversario. In particolare, che vengano assicurate le provvidenze per le seconde case così come promesso nella vicenda attuale del 24 agosto. Anche in questo caso, massima disponibilità da parte di Ceriscioli. Il momento del congedo non è un addio naturalmente ma un arrivederci a prestissimo. Intorno al vescovo di Ascoli, con la presidente Boldrini, c’è anche il sottosegretario agli interni Bocci e il commissario alla ricostruzione Vasco Errani.
Domani una messa ricorderà i morti di Pescara del Tronto, dove nel pomeriggio di oggi, alle 14, c’è stata la benedizione del vescovo di Ascoli insieme alle altre autorità. Sempre nella frazione rasa al suolo dal terremoto si consumerà il 23 ottobre prossimo, a due mesi dalla tragica scossa del 24 agosto, un secondo momento celebrativo richiesto dalla stessa presidente Boldrini. Anche in questo caso una messa, en plein air, perché a Pescara del Tronto non è rimasto in piedi nulla e come dice don Francesco Mangani, parroco di Arquata, «Nulla è ora più come prima». Resta il senso forte di una comunità ferita a morte, raccolta come un’unica famiglia intorno alle macerie alla quale monsignor d’Ercole ha indicato la parabola del povero disprezzato Lazzaro che trova però giusta resurrezione. Non solo nella morte ma anche attraverso l’impegno civile. Parole che hanno lasciato il segno. Profondamente. Anche attraverso la voce dei giovani di Arquata: dall’altare quella di Gaia, redattrice del giornale “Chiedi alla polvere”. Ai giovani la riscossa, l’hanno richiesta oggi pomeriggio ad una voce Stato e chiesa dall’altare di un Cristo deposto. In sua vece un crocifisso fatto con un idrante avvolgibile dei vigili del fuoco e due scale di pronto intervento messe a croce.
Un mese dopo il sisma: la Boldrini prof speciale tra gli scolari della tendopoli
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Anche a me viene da piangere quando penso ai privilegi della classe politica che nn rinuncia mai a nulla neanche in momenti di crisi e difficoltà del paese. Anche in questo caso un dio può essere messo in discussione!
Lacrime di coccodrillo…riesce a fare le faccette a seconda delle situazioni…devo dire che le riesce molto bene!
lacrime da coccodrillo?
se anziché martellarci ogni giorno i marroni con gli extracomunitari si fosse occupata ogni giorno di prevenzione del rischio sismico…
Ma quali lacrime! Ma chi ci crede
Monsignor D’Ercole, ma il Santo Padre quando si decide a dare una parola di conforto di persona a quella povera gente?