Tutti in cassa integrazione i 17 dipendenti della casa di riposo di Castelsantangelo sul Nera crollata con il sisma del 24 agosto scorso. Gli anziani sono stati portati via e divisi in altre strutture e le persone che si occupavano di accudirli, dipendenti della cooperativa Punto Service di Brescia, sono stati messi in cassa integrazione in deroga. La questione della casa di riposo di Castelsantangelo sarà portata già oggi all’attenzione del direttore dell’Area Vasta 3, Alessandro Maccioni, dal sindacato Spi Cgil, che annuncia intraprenderà «tutte le iniziative necessarie a livello locale, di Area vasta e regionale perché al disagio del terremoto non si sommino altri disagio ed incertezze». Il sindacato vuole trovare una soluzione per consentire agli operatori di riprendere il loro lavoro con gli anziani che assistevano.
Il sindacato, in una nota, domanda perché la Regione non abbia spostato gli anziani a Matelica: «nell’ex ospedale c’è un piano vuoto». La ricostruzione «deve rappresentare un’occasione per dare una sistemazione definitiva anche in termini di qualità alle case protette della nostra montagna con il rapido completamento della casa protetta di Camerino – dice il sindacato –. E allora perché non utilizzare a pieno la Rsa di San Ginesio, destinando il piano attualmente vuoto ad altri 20 posti letto, spostando l’attività distrettuale e sociale al pianterreno e istituendo l’Unità operativa sociale e sanitaria e quindi avere una casa della salute efficiente ed efficace?». La casa di riposo ha subito lesioni gravi. All’interno la struttura, che ospitava una ventina di anziani, ha lesioni un po’ su tutte le pareti con vaste crepe che attraversano i muri. Il tempo inoltre si è fermato alla notte del sisma: ancora si possono vedere le tavole apparecchiate alla mensa, pronte per la colazione.
(Foto di Lucrezia Benfatto)
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