Burkini, l’imam di Macerata:
“Libera scelta, da noi non si usa”

IL DIBATTITO DELL'ESTATE - Mohamed Tarakji commenta il capo d'abbigliamento che ha acceso discussioni in tutta Europa: "La regola dice che non bisognerebbe scoprirsi ma dipende dalla vicinanza alla religione"

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Foto d'archivio

Foto d’archivio

 

di Federica Nardi

Volto, mani e piedi scoperti, il resto del corpo velato. Così è fatto un burkini, il costume “islamico” delle donne che vogliono godere della spiaggia senza scoprirsi e che ha infiammato il dibattito delle ultime settimane. Da quando in Francia è stato vietato in diversi comuni della Costa Azzurra perché tacciato di disturbare l’ordine pubblico. Ma sulle coste della nostra provincia le polemiche arrivano come echi lontani ed è lo stesso imam di Macerata Mohamed Tarakji a dire che per lui «non è un problema, penso che non lo usi nessuno qui».

Mohamed Tarakji, imam di Macerata

Mohamed Tarakji, imam di Macerata

Anche se il burkini, neologismo che unisce “bikini” e “burqa”, non è solo una questione di estetica e non è solo una questione religiosa. Certo, le donne musulmane, se lo indossano liberamente, lo fanno in accordo con i dettami dell’Islam. Una ragazza, «se segue la religione islamica – dice Tarakji – non dovrebbe spogliarsi ma coprirsi lasciando scoperti solo viso, piedi e mani. Ma poi dipende dalla pratica. Il burkini in questo senso è una soluzione per chi vuole fare il bagno». Tarakji ribadisce più volte che si tratta di «libertà di scelta, libertà di applicare o di non applicare delle regole, la religione è una scelta. Non c’è nessuno che ti dice cosa fare e anche le ragazze sono diverse sotto questo profilo: c’è chi va in bikini senza problemi. La regola dice che non bisognerebbe scoprirsi ma quanto una persona la applica dipende dalla sua vicinanza alla religione». E aggiunge «da quello che so io nella nostra comunità non se n’è nemmeno parlato, non ho sentito parlarne né uomini né donne forse perché non interessa questo discorso». Altro discorso per il burqa, l’abito che copre completamente anche il volto della donna, che in alcuni paesi è illegale o al limite della legalità. «Sono stato a Londra – dice Tarakji – dove ho visto tante donne con il burqa. Nella religione c’è la semplicità ma per me non c’è motivo di coprirsi la faccia anche se non posso dire a chi porta così la moglie o la figlia “tu devi toglierlo”. Ognuno porta quello che vuole ma in modo coerente con la legge del posto dove vive».



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