di Gabriele Censi
Anche il caffè è tra le eccellenze della nostra regione, parliamo ovviamente non di produzione ma di tutti i processi di trasformazione che portano alla degustazione della tazzina amata e apprezzata in tutto il mondo con il brand nazionale. Caffè e cappucino sono due icone dell’italianità e per questo è nato nelle Marche un centro di ricerca per il caffè, costituito dall’università di Camerino e da Simonelli Group: l’International Hub for Coffee Research and Innovation. L’azienda di Belforte leader mondiale nelle macchine per il caffè da alcuni anni collabora con Unicam. Oggi il presidente Nando Ottavi con a fianco il suo successore al vertice di Confindustria Marche, Bruno Bucciarelli, ha annunciato il progetto che punta sull’internazionalità: “Esportiamo in 120 paesi, 121 per la precisione dopo la fiera di Dublino appena conclusa e l’acquisizione di un importante cliente in Mongolia, questo è possibile anche grazie ai continui investimenti in ricerca, a cui destiniamo ogni anno dai 2 ai tre milioni di euro. Ora aggiungiamo per avviare due dottorati e l’acquisto delle attrezzature necessarie ulteriori 250 mila euro”. La presentazione è stata fatta questa mattina nel palazzo della Regione con il presidente Luca Ceriscioli: “Un fattivo esempio di sinergia tra sistema accademico ed imprenditoriale, in grado di dare lustro e visibilità alle Marche nel mondo”.
Il centro di ricerca, unico nella sua peculiarità, su basi esclusivamente scientifiche si propone di sviluppare nuove conoscenze per una crescita culturale ed economica dell’intera filiera del caffè, dalla coltivazione della materia prima, fino al consumo finale. In quanto volto ad operare su scala internazionale, come punto di eccellenza nella conoscenza e nel know how sul caffè, per il centro è stato adottato un nome interamente in inglese, “International Hub for Coffee Research and Innovation”. I rappresentanti dei due soggetti promotori il rettore Flavio Corradini e Nando Ottavi, hanno ricordato che tra l’ateneo e l’azienda già esisteva una lunga collaborazione che negli anni si è concretizzata in diversi progetti già espletati ed in uno, in avanzata fase di realizzazione, riguardante la progettazione di una macchina “Eco-Smart”. Dando vita all’International Hub for Coffee Research and Innovation – hanno spiegato Corradini e Ottavi – ateneo e azienda hanno voluto porre in sinergia le rispettive potenzialità mettendole a servizio della crescita tecnico-culturale dell’intera filiera del caffè, che nel mondo occupa non meno di 250 milioni di persone, con una forte domanda d’innovazione e di supporto scientifico. Il centro, che si avvale di un comitato scientifico, alla sua principale attività di ricerca, affianca anche attività di formazione per operatori dell’intera filiera e attività divulgative nei contesti internazionali di riferimento. Il centro, aperto alla partecipazione di altri partner, sia del mondo scientifico che imprenditoriale, dal prossimo autunno avrà una struttura dedicata dove i ricercatori potranno operare in modo integrato con i laboratori di ateneo.
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