di Gianluca Ginella
«Il professore convocava nella sua stanza per lezioni private e lì mi ha toccato e infilato le mani nei pantaloni. Era impossibile denunciarlo, perché era la parola mia contro la sua e credevo non mi avrebbe creduto nessuno. Dopo queste cose ho smesso di frequentare l’università». Questi alcuni passaggi della testimonianza di uno degli studenti dell’Università di Camerino che sono parte offesa al processo in cui è imputato, per presunti abusi sessuali, il docente Francesco Parillo, professore alla facoltà di Veterinaria. Oggi al processo sono stati sentiti tre studenti che accusano il docente di aver compiuto atti sessuali contro di loro. Uno di questi ha riferito in aula sia di aver ricevuto la confidenza di un altro giovane che «mi disse che durante l’esame il professore gli aveva messo una mano sulla coscia e poi era salito fino quasi all’altezza degli indumenti intimi» e ha aggiunto che una cosa simile era accaduta anche a lui «mi aveva messo la mano sulla coscia e aveva iniziato ad accarezzarla». Dal canto suo Parillo ha reso spontanee dichiarazioni spiegando che faceva i parziali (quelli che si svolgevano nella sua stanza e nel corso dei quali alcuni studenti sarebbero stati vittima degli abusi sessuali) per aiutare gli universitari visto che si trattava di un esame difficile e questo consentiva loro di studiare un pezzo alla volta. Relativamente ad una mail in cui aveva scritto ad uno studente: «Si può sapere che fine hai fatto? Ti sembra il modo di comportarti? Se non vieni immediatamente da me ti faccio espellere dalla facoltà», ha spiegato che era per spronarlo a studiare. A Parillo viene contestato di aver compiuto abusi sessuali su sei studenti: si trattava di carezze e di toccamenti al torace, alle cosce, ai glutei. I fatti sarebbero iniziati nella primavera del 2011 e sarebbero poi proseguiti sino al 2013. In sintesi il capo d’imputazione descrive di incontri che sarebbero avvenuti tra il professore e alcuni suoi studenti in occasione o di esami, o di preesami (che si tenevano nell’ufficio di Parillo) e di esercitazioni in laboratorio. Al processo si è costituita parte civile l’università di Camerino e sono parte civile anche tre studenti che sarebbero stati vittima degli atti sessuali, assistiti dagli avvocati Alessandro Mariani e Stefano Mengucci. Parillo è difeso dagli avvocati Francesco Copponi e Gian Marco Russo. I difensori sostengono che in realtà le accuse sarebbero inventate e che gli studenti avrebbero un piano «dietro le molestie si nasconde qualcos’altro» dice l’avvocato Russo. Nel corso dell’udienza di oggi si è parlato anche di alcune telefonate risalenti al giugno 2013 fatte da uno dei tre studenti sentiti al professore. «Lui dice di ricordarne una sola e che aveva fatto per tutelare gli altri studenti, cosa che è inverosimile. In realtà dai tabulati ne compaiono tre – dice l’avvocato Russo –. E’ strano non le ricordi visto che non era usuale che lo chiamasse».
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