Fate, mazzamurelli e amaro Sibilla:
così le Marche diventano internazionali

MUCCIA - A margine della presentazione del nuovo libro di Chiara Giacobelli, la proposta di Simonetta Varnelli: "Un percorso ideale basato sulle nostre tradizioni ancestrali e sul mondo celtico". Il commento di Cesare Catà: "Come Leopardi, non riusciamo a comunicarci, nonostante i nostri talenti"

- caricamento letture

 

Simonetta e Orietta Varnelli con Cesare Catà e Chiara Giacobelli davanti all'immagine della Sibilla

Simonetta e Orietta Varnelli con Cesare Catà e Chiara Giacobelli davanti all’immagine della Sibilla

 

Un momento della presentazione

Un momento della presentazione

di Alessandra Pierini

Un filo sottilissimo e ancestrale che lega i Sibillini all’Irlanda, passando attraverso i Celti, e perchè no?, l’amaro Sibilla potrebbe essere la chiave per dare alle Marche e alla provincia di Macerata quel respiro internazionale finora negato tanto che “Marche” non ha ancora oggi una tradizione in inglese.
La proposta è arrivata da Simonetta Varnelli, a margine della presentazione del libro “Forse non tutti sanno che nelle Marche” di Chiara Giacobelli.
Per l’occasione la conosciutissima distilleria ha aperto le porte del suo stabilimento di Muccia, mostrando le fasi del processo produttivo dell’amaro Sibilla, protagonista dell’evento, al quale nel libro è dedicato un intero capitolo.
«Erbe, miele e tempo – ha spiegato Orietta Varnelli – è questo il miracolo di questo amaro che continuiamo a produrre con il metodo del nonno».

 

Cesare Catà

Cesare Catà

Il nonno è Girolamo Varnelli che viene immaginato da Cesare Catà, docente e filosofo, come intento a cogliere i segreti di fate e mazzamurelli: «Queste figure non solo sono degli archetipi, delle forme della coscienza ma hanno un senso psicanalitico». In un percorso che passa dal Guerrin Meschino, eroe della tradizione orale, dal suo incontro con la dea Sibilla e fino alla redenzione dal peccato mortale, per finire in Irlanda attraverso altri eroi che dal Meschino prendono ispirazione si arriva al percorso delle fate: «Una notte – racconta Catà – un gruppo di pastori si trova a danzare tra l’erba con delle incantevoli fanciulle. Uno di loro solleva la gonna ad una ragazza e si accorge che ha gli zoccoli da capra, tipici delle fate di casa nostra. Le fate scappano ma con gli zoccoli lasciano traccia del loro passaggio in un sentiero che arriva fino ai laghi di Pilato. Mi piace immaginare che qualcuno sappia quali erbe hanno calpestato e le abbia usate per fare un magico amaro».

 

Chiara Giacobelli

Chiara Giacobelli

Superare la difficoltà delle Marche di comunicarsi, farsi conoscere e apprezzare: questo l’obiettivo del libro di Chiara Giacobelli, autrice di “Forse non tutti sanno che nelle Marche” che arriva dopo il successo di “101 cose da fare nelle Marche”. «Molti marchigiani l’hanno comprato – spiega- ma anche molti che non conoscevano la nostra regione e vogliono scoprirla».
Ed è Giacomo Leopardi, simbolo della marchigianità, a rappresentare secondo Cesare Catà, questa propensione tutta marchigiana alla eccessiva discrezione: «Leopardi – sottolinea – non parla con Silvia ma a Silvia che non saprà mai del suo interesse».

 

 

In platea da sinistra la dirigente dell'Alberghiero di Cingoli intitolato a Girolamo Varnelli, Sabrina Fondato, il rettore di Unicam Corradini, Elda Luchini Varnelli e la figlia Maria Donatella

In platea da sinistra la dirigente dell’Alberghiero di Cingoli intitolato a Girolamo Varnelli, Sabrina Fondato, il rettore di Unicam Corradini, Maria Donatella Varnelli e la mamma Elda Luchini

varnelli (2)



© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page

Quotidiano Online Cronache Maceratesi - P.I. 01760000438 - Registrazione al Tribunale di Macerata n. 575
Direttore Responsabile: Gianluca Ginella. Direttore editoriale: Matteo Zallocco
Responsabilità dei contenuti - Tutto il materiale è coperto da Licenza Creative Commons

Cambia impostazioni privacy

X