La vicenda dell’incarico affidato dal presidente della Regione Luca Ceriscioli all’ex assessore Sara Giannini che ha suscitato accese polemiche politiche finisce ora alla Corte dei Conti. Il coordinatore regionale di Forza Nuova Davide Ditommaso rende noto di aver depositato un esposto alla procura della Corte dei Conti regionale al fine di impugnare il decreto 298 del presidente della Regione contenente la proroga della consulenza. L’incarico per il 2016 di esperta in materia di economia, prevede un compenso di 55.168,92 euro lordi.
“Di fatto – dice Ditommaso – alla fortunata esponente del Pd andranno ben 4.500 euro lordi al mese più duemila euro di eventuali rimborsi spese e l’incarico peserà sulle casse della Regione per un totale di 73.645,95 euro. Forza Nuova aveva subito gridato allo scandalo e annunciato battaglia. Questa proroga rappresenta un insulto verso tutti i marchigiani ai quali si continuano a chiedere sacrifici e ai quali si tagliano servizi fondamentali. Nelle casse della Regione non ci sono soldi per garantire un sistema sanitario dignitoso, si chiudono ospedali e punti nascite, eppure i fondi per incarichi d’oro, tanto costosi quanto inutili, si trovano sempre. Forza Nuova ritiene scandaloso il modo in cui Ceriscioli continui a sperperare il denaro pubblico dei marchigiani, in perfetta continuità con l’amministrazione Spacca. La Regione Marche ha già numerosi dipendenti qualificati e adeguatamente stipendiati in grado di amministrarne le finanze, non c’è alcun bisogno di ricorrere a consulenze, tanto meno di personaggi di partito e dalle dubbie competenze specifiche. Fn ritiene che vi siano tutti i presupposti di legge per annullare tale decreto, in particolare il fatto che non sia specificato in cosa realmente consista questa salata consulenza. Mi auguro – conclude Ditommaso – che la Corte dei Conti censuri la condotta di Ceriscioli mettendo fine almeno a questa ennesima provocazione nei confronti di tutti i marchigiani”.
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Il sistema delle ‘consulenze’ (ma de che?) ha lo scopo di aggirare il tetto delle retribuzioni. Si pratica la furbizia invece dell’onestà.