di Marco Cencioni
Due bracconieri denunciati questa mattina a Pieve Torina, cacciavano quaglie in un’area dove avevano installato un richiamo elettronico. Sequestrate armi e munizioni. Sono stati sorpresi dopo diverse ore di appostamento dal personale delle stazioni forestali di Visso, Abbadia di Fiastra e Cingoli. Non è questo l’unico risultato dei controlli notturni a tappeto messi in atto dagli agenti delle stazioni forestali di Montefortino, Visso, Abbadia di Fiastra, Cingoli, Fabriano, Sassoferrato, Senigallia, Ancona, Genga e Conero per il contrasto del bracconaggio agli uccelli migratori, in occasione dell’apertura della caccia alla quaglia.
In totale sono sei le denunce e quattro i fucili sequestrati nelle province di Ancona e Macerata. Sempre nell’ambito dei controlli sono stati sorpresi ieri, a Fabriano, due cacciatori mentre abbattevano alcuni animali all’interno di una zona ripopolamento e cattura nella quale la caccia è vietata. Sequestrate armi e selvaggina. I due bracconieri rischiano il ritiro della licenza di caccia e sei mesi di arresto. Altri due dispositivi di richiamo sono stati sequestrati a Jesi e Montefortino, sono in corso le attività di indagine delle stazioni forestali di Montefortino e del Conero per individuare i due bracconieri, le cui generalità sono ancora ignote. Anche in questo caso sono scattate le denunce alla Procura della Repubblica di Macerata ed i sequestri di armi e munizioni.
Le quaglie, già nelle prime giornate di settembre, iniziano a migrare dai Balcani e dalle sconfinate pianure dell’est europeo dirette a sud, una volta giunte presso le coste della nostra penisola vengono attirate da centinaia di dispositivi di richiamo illegali, attivati durante le ore notturne dai bracconieri al fine di catturare o abbattere un gran numero di esemplari. I sofisticati dispositivi sono dotati di timer che ne regolano l’accensione durante le ore notturne, collocati su alberi o all’interno di recinzioni, e in alcuni casi corazzati dentro scatole metalliche chiuse con lucchetti e incatenate ad alberi ad alto fusto. Gli agenti appostati in prossimità dei dispositivi, solo dopo ore di paziente attesa riescono ad individuare i bracconieri che tranquillamente si recano in prossimità dei richiami ed iniziano ad abbattere i numerosi animali attirati illecitamente. I risultati dell’attività posta in essere in questo periodo dai nuclei antibracconaggio del Corpo forestale dello Stato nelle province di Ancona e Macerata, dimostrano come il fenomeno dell’utilizzo notturno dei richiami acustici sia ancora molto diffuso. Per sfuggire ai controlli, i bracconieri si organizzano con dispositivi sempre più sofisticati talvolta regolabili a distanza tramite radio o telefono cellulare. Il danno che queste attività producono alle popolazioni di migratori è elevatissimo, se si considera che nelle giornate più idonee vengono attirati da un solo richiamo, e conseguentemente abbattuti fino a quaranta esemplari. Alla luce dei risultati ottenuti, comprovanti la gravità del fenomeno illegale, il Corpo forestale dello Stato sta intensificando l’attività di contrasto all’utilizzo dei richiami illeciti fino a fine settembre, attività inserita a pieno titolo nel programma di contrasto del bracconaggio per l’anno 2015.
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Extra ignoranti.
Spero in una revoca a vita della patente!!!
Ma perché non abolite la caccia uno sport inutile e pericoloso cacciatori maleducati e non rispettosi di regole
Io sono contraria alla caccia