Robert Corsalini e Maria Luisa Capomasi, la coppia di Civitanova bloccata a Santo Domingo con i due bambini che hanno adottato
di Marina Verdenelli
Bloccati a Santo Domingo per un visto sul passaporto. Così una coppia di Civitanova attende di poter tornare in Italia dopo una permanenza di cinque mesi nella capitale della Repubblica Domenicana raggiunta per l’adozione di due bambini. Sono Robert Corsalini, 46 anni, bidello di scuola media, e sua moglie Maria Luisa Capomasi, 45 anni, insegnante. A trattenerli senza ancora una risposta sul viaggio di rientro con la famiglia al completo è stata la chiusura del consolato italiano dopo 120 anni di attività. «Siamo in balia degli eventi – si sfoga Corsalini – perché nessuno sa ancora dirci quando potremmo ripartire per l’Italia con i nostri due bambini. Il nostro è stato un gesto di amore, siamo sfiniti e delusi dell’organizzazione italiana. Ci troviamo in un paese in via di sviluppo dove sono più avanti di noi a mio avviso». La coppia è arrivata a Santo Domingo a novembre. Quattro anni fa ha deciso di avviare le pratiche per adottare dei bambini. Poi è arrivata l’opportunità di diventare la mamma e il papà di due fratellini di 8 e 4 anni. Attraverso un’associazione italiana che si occupa di adozioni internazionali sono partiti per la capitale che si affaccia sul mare dei Caraibi.
«Io ho preso un’astensione dal lavoro non retribuita – spiega Corsalini – di cinque mesi e che scadrà il 22 aprile prossimo. Mia moglie ha preso la maternità anche questa in scadenza. A breve ci troveremo entrambi senza uno stipendio e senza sapere quando potremmo ripartire con i bambini. E’ una vicenda assurda». La chiusura del consolato è stata resa nota alla coppia ma non sembrava costituire un ostacolo alle pratiche conclusive dell’iter inerente l’adozione. «Purtroppo – spiega Aldo Burzatta, rappresentante locale a Santo Domingo per l’ente per le adozioni internazionali – nella capitale della Repubblica Domenicana mancano il console e l’ambasciatore di riferimento per sbrigare le pratiche del visto sui passaporti dei bambini. Con la chiusura del consolato italiano, il ministro degli Affari Esteri aveva chiesto alla Repubblica Domenicana la nomina di due delegati a Santo Domingo ma questo non è stato fatto. Crediamo come segno di protesta. C’è una crisi diplomatica in corso. E’ stata annunciata anche la volontà di chiudere l’ambasciata dominicana in Italia e spostarla a Malta ». La chiusura del consolato sarebbe stata decisa dopo una serie di furti sui visti. Una vicenda finita anche sulle cronache locali. Ora ogni attività viene gestita da Panama, a tre ore di volo da Santo Domingo. «Abbiamo contattato l’ambasciata italiana a Panama – continua Burzatta – ma ci rispondono solo via mail con dei link che non spiegano come risolvere la questione. Ad oggi la coppia non sa se potrà avere i visti sui passaporti dei bambini che lunedì saranno pronti come da procedura. I due civitanovesi temono di dover andare di persona a Panama, con un aggravio di spese e problemi di spostamento». La permanenza per loro rischia di slittare ancora per diversi mesi con tutti i problemi relativi alla ripresa del lavoro. «Il tempo che avevamo a disposizione – dice Corsalini – è scaduto per me e per mia moglie. Non sappiamo come fare. Lo stesso problema si presenterà per altre coppie italiane che come noi hanno deciso di adottare bambini a Santo Domingo. Stessa situazione si verificherà per chi vorrà sposarsi o per i defunti. Qui vivono milioni di italiani».
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