di Marco Ribechi
Non si spegne la polemica innescata da Vittorio Sgarbi riguardante il prezioso dipinto “Adorazione dei Magi” in trasferta all’Oratorio San Giuseppe di Urbino (leggi l’articolo). Dopo l’intervento dell’assessore alla cultura Stefania Monteverde, che sosteneva la chiesa maceratese di Santa Maria delle Vergini come sede permanente per ospitare la tela, (leggi l’articolo) anche l’onorevole Irene Manzi sente la necessità di far valere la sua voce in difesa del patrimonio artistico della città. Con un’interrogazione indirizzata al ministro per i Beni e le Attività Culturali, la parlamentare interviene contro Sgarbi nella vicenda del possibile e paventato trasferimento ad altra sede del famoso dipinto del Tintoretto anche se solo periodicamente. «Non fondate – sostiene la parlamentare maceratese – sono le recenti dichiarazioni rilasciate dal critico d’arte Vittorio Sgarbi, in occasione dell’esposizione dell’opera ad Urbino, circa la poca fruibilità del dipinto, a causa della sua custodia in una chiesa non officiata e poco frequentata, come quella di Santa Maria delle Vergini a Macerata. Come testimoniato e ribadito dalle autorità civili e religiose locali, nonché da cultori d’arte e del patrimonio artistico maceratese, la chiesa in questione – si legge nel testo dell’interrogazione presentato dalla Manzi – è al contrario luogo di grande interesse storico e architettonico, trattandosi di un’opera di scuola bramantesca, capace quindi di dare adeguato lustro all’altrettanto famosa opera del Tintoretto. Ecco perché, trattandosi di un dipinto di proprietà dello Stato, sarebbe auspicabile – secondo l’onorevole – un intervento del ministro per i Beni e le Attività Culturali, al fine di assicurare e sollecitare il ritorno del quadro nella sua originaria sede».
Del resto la mancata considerazione dei numerosi fedeli che frequentano il luogo di culto aveva già causato il risentimento del parroco, padre Teodoro Brovelli, che aveva inviato varie lettere alle autorità locali e nazionali in difesa della propria parrocchia. A questo punto, visto il crescente interesse causato dalla possibile perdita dell’opera, chissà che oltre al suo pronto rientro non occorra anche un’azione per portare il Santuario delle Vergini al centro dei possibili itinerari turistici della città.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Onestà intellettuale come al solito pari a 0.
Qualsiasi maceratese con un pò di razionalità sa che naturalmente quelle di Sgarbi erano provocazioni ma basate su fatti reali.
Alle vergini nessuno vede quel quadro, la maggior parte delle gente va lì a vedere il coccodrillo!! ma perchè non si può dire la verità che sanno tutti!
Siete risibili
Dissento dalla posizione del professore Sgarbi. Hanno ragione sia Stefania Monteverde che Irene Manzi a difendere il nostro Tintoretto. Che rimanga alle Vergini, oppure che venga “difeso” nel Palazzo Buonaccorsi. Urbino ed Ancona hanno la tendenza a prendersi le nostre cose: Come un affresco di Madonna con Bambino della chiesa dell’antico monastero- mi sembra – degli Agostiniani, che sorgeva fuori di Porta Romana, la Portarella,. Ebbene, la Sovrintendenza se l’è portato via e starà in qualche scantinato. Nell’indifferenza culturale dell’amministrazione Calvigioni e di quella precedente, ossia della stessa Calvigioni e della precedente ancora. Viva la Cultura!
Maceratesi, difendiamo le nostre ricchezze. Tintoretto resti a Macerata!
Il patrimonio artistico diffuso è la forza di una regione come le Marche, perchè esso diventa traino per conoscere e apprezzare tutto il resto: l’ambiente, il paesaggio, le tradizioni, l’enogastronomia, le mille sfaccettature di un territorio che non è mai uguale a se stesso. E’ ora di abbandonare questo COMPLESSO D’INFERIORITA’ e con la PIAGGERIA che fa fare ponti d’oro al primo personaggio famoso che arriva e sale in cattedra a pontificare solo per suo tornaconto. Il Tintoretto resti dov’è e, anzichè perdersi in inutili interrogazioni parlamentari (questo governo mi pare un po’… deboluccio in quanto ad attenzione per la cultura!), meglio mettere mano a un’operazione di valorizzazione, magari con l’aiuto di qualche privato.