Incertezze finanziarie per la Sacci
Sindacati convocati a Roma

CASTELRAIMONDO - Conti in perdita nel 2013, dopo che l'anno precedente è stato ripianato il passivo di 63 milioni di euro. Sindacati convocati a Roma giovedì prossimo

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Il cementificio Sacci

Il cementificio Sacci

di Monia Orazi

Un incontro per “espletamento fase amministrativa” del gruppo Sacci, che possiede nelle Marche l’unico cementificio esistente in regione, è stato convocato a Roma, al ministero del Lavoro, per il prossimo due ottobre, con la partecipazione delle organizzazioni sindacali. Un primo incontro tra la direzione aziendale della società produttrice di cemento ed i sindacati si è tenuto presso la sede romana di Unindustria, lo scorso 24 settembre. Sul tavolo della discussione probabilmente ci sarà la difficile situazione finanziaria del gruppo. Un articolo pubblicato alcuni giorni fa sul quotidiano specializzato Italia Oggi segnala che il bilancio consolidato 2013 del gruppo Sacci, guidato da Augusto Federici, si è chiuso in perdita per 33 milioni e mezzo di euro, seguendo il passivo di 63 milioni e 300 mila euro, registrato l’anno precedente, con il fatturato che è sceso da i 133 milioni e 100 mila euro dell’anno precedente, ai 105 milioni e duecentomila euro del bilancio 2013. Nel settembre 2013 le perdite sono state ripianate dall’assemblea della società, tramite il ricorso alle riserve finanziarie, la riduzione del capitale e l’annullamento delle azioni proprie, per un cifra di circa 73 milioni di euro, considerato i 56 milioni e 400 mila euro di passivo del 2012 e il passivo accumulato sino al giugno 2013, pari a 16 milioni e 400 mila euro. Alla fine del 2012 la Sacci e la controllata Sicabeton avevano richiesto il “concordato in bianco”, è stata effettuata la fusione tra le due società ed inoltre è stato fatto un accordo sulla ristrutturazione del debito. La società ha effettuato un aumento di capitale pari a 12 milioni tramite conferimenti finanziari e la ricapitalizzazione sottoscritta da Federici, per 11 milioni e mezzo di euro, tramite contanti e rinuncia a crediti. Entro la fine dell’anno inoltre, secondo quanto riportato dall’articolo di Italia Oggi, sarà venduto il centro di macinazione di Livorno al gruppo cementiero francese Lafarge, per una somma di 10 milioni di euro.

SacciL’esposizione finanziaria del gruppo Sacci verso le banche ammonta a 334 milioni di euro alla fine del 2013. La società ha avuto fondi dagli istituti di credito pari a 13 milioni e 700 mila euro, ed un anticipo commerciale per 62 milioni di euro. La persistente crisi di mercato che ha fatto ridurre significativamente il margine produttivo e di vendite del settore cementiero in tutta Italia. Nel settore delle costruzioni, secondo i dati Ance (Associazione nazionale costruttori edili) gli ultimi sei anni segnalano un arretramento del mercato, con una riduzione di circa il 30 per cento degli investimenti, nel settore delle costruzioni, con i permessi di costruire scesi dai 300 mila del 2005 a poco meno di 100 mila nel 2012. Nel settore delle costruzioni sono spariti oltre 400 mila posti di lavoro negli ultimi anni, che considerato l’indotto arrivano a 690 mila, con una percentuale di fallimenti aziendali di circa il 23 per cento, nel settore delle costruzioni. La produzione di cemento, secondo i dati Aitec 2012, l’associazione che riunisce i produttori di cemento, è calata in un anno del 20,8 per cento, con un totale di 26 milioni di tonnellate. I consumi di cemento nel 2012, rispetto all’anno prima sono scesi del 22,1 per cento, con un calo del 45 per cento, rispetto al 2006. Nel primo trimestre del 2013 i consumi sono calati del 22,4 per cento, si stima che la capacità produttiva italiana sia in eccesso per circa il 40-50 per cento. In questo scenario di mercato, difficili sono le prospettive per lo stabilimento produttivo di Castelraimondo. Il quotidiano economico, nell’articolo Sacci tra le conseguenze spiega che:“alla luce della crisi economica l’originario piano industriale 2013-2018 del gruppo, alla base dell’accordo di ristrutturazione del debito, è stato rivisto al ribasso e la relazione sulla gestione del bilancio evidenzia «rilevanti incertezze che possono determinare dubbi significativi sulla continuità aziendale»”. Le prospettive appaiono tutt’altro che rosee. Nello stabilimento dopo il fermo estivo è ripresa da poco la produzione. L’autorizzazione integrata ambientale, richiesta dal gruppo alla regione per continuare la produzione, che con il regime attuale è autorizzata sino al 2018, è stata annullata dal ricorso al Tar presentato da un gruppo di cittadini e dovrà ripercorrere tutto il procedimento amministrativo ed essere rivista. Il rinnovo degli impianti richiederà un investimento di oltre cento milioni di euro, un incentivo economico potrebbe venire dall’impiego di combustibile solido secondario nella produzione di cemento, derivante dal trattamento dei rifiuti solidi, per cui ci sono incentivi pubblici all’utilizzo. Un altro elemento positivo è l’avvio dei cantieri per la Fano Grosseto, che come nelle opere della Quadrilatero richiedono l’impiego di cemento di qualità pregiata, il cosiddetto pozzolano, che si produce proprio nel cementificio Sacci di Castelraimondo.



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