Vede la luce la prima spin-off dell’Università di Macerata. “PlayMarche srl”, questo il nome, è un vero e proprio soggetto economico costituito dall’ateneo, unico ente pubblico, e da altre 12 aziende private con lo scopo di sviluppare la filiera dei servizi e della produzione di beni legati alla comunicazione e alla valorizzazione della cultura e dei beni culturali del territorio. Uno dei filoni privilegiati ( a giustificare anche il nome) è il gioco, in ogni sua forma, declinato nella logica dell’edutainement. Le quote della società, amministrata da Michele Spagnuolo, sono state acquistate da docenti, dottorandi e dai rappresentanti delle aziende coinvolte. Il percorso iniziato più di un anno fa ha beneficiato del bando della regione volto finanziare progetti su base territoriale. L’ateneo maceratese si è così fatto ente capofila di una partnership di 51 soggetti pubblici e privati per innovare il modo di comunicare i beni culturali nel nostro territorio. Proprio all’interno di questo più ampio progetto, coordinato da Roberto Perna, si è pensato di far nascere una spin off quale braccio operativo, ma anche come realtà autonoma, banco di prova per la sperimentazione e l’applicazione della ricerca Unimc nel campo delle politiche culturali, dei beni culturali e del turismo.
« Quando ho iniziato a parlare, due anni fa, dell’umanesimo che innova- commenta il rettore Luigi Lacchè – questo concetto-slogan poteva apparire fumoso e un po’ velleitario. Ma dopo i nostri successi nel distretto culturale, nel programma regionale Eureka per i dottorati industriali, nei progetti europei, esso appare più chiaro e convincente. Altri spin off sono sulla rampa di lancio. Attendiamo con fiducia».
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Nei bagni di giurisprudenza non ci sono le chiavi, in un bagno di palazzo ugolini non c’è la luce, i bagni a scienze della comunicazione sembrano quelli di un orfanotrofio rumeno degli anni ’70.
Iniziamo a innovare dai bagni l’umanesimo? 😀