Parlare della città di Matelica equivale in buona parte a citare uno dei personaggi più importanti dell’italia del dopoguerra, che in essa ebbe i natali. ci riferiamo a Enrico Mattei, la cui tragica fine non smette di smarrirci. A Enrico Mattei ha di recente dedicato uno splendido libro il giornalista Maurizio Verdenelli, “La leggenda del santo petroliere”. Un successo di vendite che ha esaurito svariate ristampe e fa auspicare una nuova, aggiornata e esaustiva edizione. Dall’amico Maurizio abbiamo ricevuto in esclusiva il seguente ricordo dell’onorevole Enrico Mattei, a firma della Madre Abbadessa del Monastero di Santa Maria Maddalena di Matelica (monastero che tra l’altro conserva le reliquie della Beata Mattia). Il documento che segue è totalmente inedito:
<Riporto alcuni episodi inediti relativi alle visite dell’On. Enrico Mattei presso il nostro Monastero S. Maria Maddalena negli anni in cui si occupò del consolidamento strutturale e rifacimento dell’intero edificio monastico ridotto – come affermano le cronache – in “stato miserando”.
Le Sorelle testimoni degli eventi ricordano che proprio al principio dell’opera, quando si iniziò ad ispezionare gli ambienti dell’edificio (la cronaca riporta che “la Direzione dei lavori era stata affidata all’Architetto Carlo Perogalli di Milano con la collaborazione dell’Ing. Nanni per il calcolo dei cementi armati, del Geom. Carabelli di Bologna per l’assistenza nella direzione lavori”) il Geom. Marini di Matelica, vedendo la mole di lavoro da fare, esclama : “qui ci vuole un cuore da leone!”. L’episodio è riportato per testimoniare che Mattei fu all’altezza di un lavoro di restauro immane, che avrebbe scoraggiato chiunque.
Un altro ricordo inedito riguarda un episodio accaduto nel corso di una sua visita: giunse in Monastero con sua moglie Greta e all’ingresso, passando nel grande atrio dell’edificio, la sua attenzione fu attratta da una sua foto posta su un tavolino, con accanto un’immagine della Beata Mattia, fiori e una candela accesa sopra una candida tovaglietta; sorrise, meravigliato, e giratosi verso sua moglie: “Greta, vieni a vedere, le suore mi hanno fatto un altarino!”
Ancora un episodio emerso dal “cassetto dei ricordi” del cuore: in un’altra sua visita, la Madre Abbadessa, M. Maria Luisa Fiorani, volle fargli incontrare tutta la Comunità delle monache (ordinariamente questo non accadeva) e così si concordò di accompagnarlo nella così detta “saletta”, una modesta sala dopo il grande refettorio in cui le sorelle si riuniscono abitualmente per la ricreazione serale. L’On. Mattei aveva da poco voluto fornire le sorelle di un grande fornellone di ghisa, sul modello dei fornelli da campo, funzionante con bombola a gas, soluzione di gran lunga più confortevole rispetto alle antiche cucine a legna ancora in uso in comunità. Una delle sorelle addette alla cucina, Suor Marta, nel desiderio di ringraziarlo di questo grande dono, gli si fece avanti e si inginocchiò nell’intento di baciargli la mano. Mattei subito si chinò anche lui davanti alla suora per risollevarla, evitando questo gesto di ossequio tanto spontaneo quanto per lui eccessivo: era una persona semplice, discreta e con grande familiarità chiese solo se quel fornellone era utile alle sorelle. “Utilissimo”, fu la risposta corale.
Riporto ancora una significativa annotazione di cronaca:
“25 dicembre 1960. In questo giorno sempre così pieno di grande e dolce intimità, l’On. Enrico Mattei ha voluto rendersi conto di persona dei lavori in corso del terzo lotto e visitare i locali del secondo lotto che già da settembre sono abitati. E’ stata una visita tutta speciale per il senso di grande famigliarità e benignità dimostrato dal grande benefattore da lasciare in chi l’accompagnava un gradito ricordo.”
Infine trascrivo le pagine di cronaca relative alla notizia della sua morte e ai suoi solenni funerali:
“1962. ottobre 28. Questa notte alle 0.45 il campanello della sacrestia ha squillato, data l’ora notturna si è sospettato qualcosa di molto grave: e veramente l’annuncio che ricevette la sacrestana dal Sig. Mario Scuriatti era terribilmente tragico. Il nostro grande benefattore e tanto amato Enrico Mattei alle 18.51 della sera precedente e precisamente il 27 era deceduto in seguito ad un incidente aviatorio. La notizia rimase nella notte a conoscenza di una metà della Comunità che subito si recava in chiesa a pregare. Alla sveglia in un batter d’occhio fu a tutte palese il grande dolore che tale giorno ci portava. E dire che oggi ci si era prefissa una giornata di grande festa, essendo la domenica di Cristo Re … Non è possibile lasciar scritto su queste memorie il dolore straziante che tutte ha colpito, ad aggravare e rendere più profondo questo dolore è l’aver appreso la sua terribile morte. Si sono potuti mettere nella bara solo pochi frantumi carbonizzati.
Ottobre 31. Dopo aver ricevuto a Pavia – Milano S. Donato e a Roma omaggi e dimostrazioni di ossequio, di gratitudine, di riconoscenza dalle più alte personalità, cominciando dal Santo Padre, dal Presidente della Repubblica giù giù fino al più umile dei suoi beneficati, sono tornati ieri a Matelica i resti mortali dell’Onorevole. Nel suo palazzo è stata allestita una camera ardente dove in un incessante devoto pellegrinaggio, tutti hanno voluto portare il loro contributo di affetto. Oggi alle 11 in Cattedrale si è avuta la S. Messa. Poi il corteo funebre si è avviato lungo il corso; sotto il nostro campanile si è fermato e il Sindaco e il Vice-Presidente Sig. Boldrini hanno rivolto l’ultimo caro ed affettuoso commiato al ben amato scomparso. Hanno ricordato il Mattei conosciuto da tutto il mondo, ma in particolare il Mattei conosciuto da pochi, da pochissimi. Il vero, il grande silenzioso benefattore dei poveri, degli umili, dei bisognosi. E’ stato detto che a Matelica tre erano i suoi pensieri: le sue orfanelle, i vecchietti e le Clarisse.
Sì, veramente ci ha voluto tanto tanto bene, e con quale amore ed interesse ha seguito in questi anni tutti i lavori di restauro, interessandosi nei più piccoli particolari di quanto ci poteva occorrere, portare un po’ di benessere. La sua prima preoccupazione era quella che non si soffrisse freddo; la sua prima domanda quando veniva d’inverno era «Vi scaldate? Non dica bugie Madre Abbadessa …» e andava a toccare i radiatori e sorrideva con quella sua bontà che conquistava i cuori. Non si potrà mai scordarlo e anche a quelle che dopo di noi verranno sia sempre a loro presente questo grande e insuperabile benefattore.
Si chiude così una delle pagine più intense della nostra storia più recente, in cui la Provvidenza di Dio – sempre protagonista silenziosa e nascosta delle nostre vicende – si è servita del grande Enrico Mattei, della rara magnanimità del suo “cuore da leone” per risollevare le sorti del Monastero della Beata Mattia.
Realmente gliene saremo debitrici per sempre!>
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